Stellantis, la crisi continua e a pagare sono i lavoratori: contratto di solidarietà per 1.200 operai di Mirafiori

La crisi italiana di Stellantis la pagano i lavoratori: contratto di solidarietà per 1.200 operai di Mirafiori e il governo sta a guardare.

Stellantis, la crisi continua e a pagare sono i lavoratori: contratto di solidarietà per 1.200 operai di Mirafiori

Le cattive notizie per gli stabilimenti italiani di Stellantis arrivano una dietro l’altra: la produzione in calo, le uscite anticipate e ora anche il contratto di solidarietà. Ancora una volta a essere colpiti sono i lavoratori di Mirafiori, con gli ammortizzatori sociali previsti per gli operai che lavorano alla Fiat 500 elettrica. Uno stop che si aggiunge a quello delle linee Maserati e che è la conseguenza della produzione in calo a causa della bassa domanda per la 500e. 

Il contratto di solidarietà riguarda 1.174 dipendenti del sito torinese: partirà dal 23 aprile e durerà fino al 4 agosto. La sua applicazione si aggiunge a quella per i 968 lavoratori della Maserati. 

La crisi infinita di Stellantis in Italia, ma il governo resta immobile

La firma era inevitabile per garantire a questi operai il sostegno al reddito. Ma ora bisogna fare qualcosa, come chiede con urgenza al governo Sara Rinaudo, segretaria della Fismic: “Intervenga con una politica industriale ad hoc per il settore e vengano allocati quanto prima tutti i modelli della 500 a Mirafiori”. 

La notizia era nell’aria, come sottolinea il segretario generale Fiom-Cgil di Torino, Edi Lazzi, ma siamo di fronte a un “calvario ed è ora di far cessare l’uso degli ammortizzatori sociali”. Per la Cgil ora a rispondere deve essere l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares: serve “aprire una vera trattativa per mettere nero su bianco un progetto credibile per il rilancio di Mirafiori”.

Tema rilanciato anche dal segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, secondo cui il governo dovrebbe convocare urgentemente Tavares, così come fatto in altri Paesi come Germania, Francia e Usa. Per Chiara Appendino, vicepresidente M5s, “finché il governo resterà inerme a guardare – e anzi a festeggiare per inezie come il cambio di nome della Alfa Romeo Milano – l’azienda continuerà a spolpare Mirafiori e gli altri siti italiani. Serve un piano di produzione e di rilancio serio”.