La rivoluzione a metà della Cgil. Resi noti gli stipendi dei dirigenti, ma se si mette il naso nei conti del sindacato partono le querele

Importante passo avanti della Cgil sul piano della trasparenza nella gestione del sindacato. Alla Conferenza organizzativa dell’organizzazione in corso a Roma sono stati resi noti gli stipendi dei dirigenti, a partire dal segretario generale Susanna Camusso, che guadagna 3.850 euro netti al mese. A seguire ci sono i segretari nazionali, con poco meno di 2.800 euro. Compensi – ha rivelato il segretario confederale dell’organizzazione Nino Baseotto – che non hanno avuto aumenti dal 2008”. Dopo le polemiche esplose la scorsa estate proprio sugli stipendi (e i guadagni frutto di incarichi collegati alle cariche) in Cisl, la maggiore confederazione italiana ha promesso una nuova chiarezza, figlia della questione morale anche nel sindacato. Il sindacato querela chi mette il naso nei suoi bilanci Non solo gli stipendi. In una grande organizzazione come la Cgil di soldi ne girano tanti, a partire dai Caf e delle numerose società strumentali. Per non parlare dei compensi dei sindacalisti cooptati in ruoli apicali o nei Cda di numerosi enti proprio per la loro provenienza dalla confederazione. Di questo si è occupato in alcune inchieste La Notizia, che senza ricevere neppure una sola lettera di precisazione o smentita è stata querelata, con la richiesta di 150mila euro di presunti danni. E dire che la mancanza di trasparenza è stata denunciata anche da Maurizio Landini al congresso di Rimini. Sulla vicenda il processo è in corso. Forse anche evitando queste cause dal sapore temerario il sindacato guadagnerebbe in trasparenza e credibilità.