Stipendi fermi, la crisi italiana sta tutta nei salari: quelli degli insegnanti scendono mentre nell’Ocse accelerano

Gli investimenti nell'istruzione non accelerano e gli stipendi degli insegnanti in Italia diminuiscono in termini reali.

Stipendi fermi, la crisi italiana sta tutta nei salari: quelli degli insegnanti scendono mentre nell’Ocse accelerano

Il problema non cambia, anche quando si parla di pubblica amministrazione e di insegnanti. In Italia i salari reali scendono, mentre nel resto del mondo salgono. L’ultima conferma arriva dall’Ocse e dal rapporto Education at a glance 2025, che dimostra come gli stipendi degli insegnanti siano diminuiti del 4,4% negli ultimi dieci anni. Al contrario, nella media dei Paesi Ocse gli stipendi effettivi sono aumentati in termini reali del 14,6%. Una bella differenza.

Stipendi fermi, i dati impietosi dell’Ocse: scendono i salari reali degli italiani

L’Italia va, quindi, controcorrente. Il rapporto evidenzia anche che gli stipendi effettivi degli insegnanti della scuola primaria sono inferiori del 33% rispetto a quelli dei lavoratori a tempo pieno, con una laurea. La media nella zona Ocse è del 17% in meno. Per gli stipendi medi, invece, abbiamo visto come in Italia siano scesi dal 2015 a oggi in termini reali, mentre nell’area Ocse salgono.

Il rapporto evidenzia che il numero di ore di insegnamento obbligatorio incide sui costi salariali degli insegnanti, andando a incidere sul numero di docenti necessari. In Italia gli studenti ricevono 917 ore di istruzione obbligatoria all’anno al livello primario e 990 ore al livello secondario di primo grado. Il valore è superiore alla media Ocse che è di 804 ore nella scuola primaria e 909 in quella secondaria.

C’è poi il capitolo vacanze scolastiche: nell’istruzione primaria hanno una durata di 13,8 settimane all’anno contro le 13,5 della zona Ocse. Per quanto riguarda invece la dimensione delle classi, nella scuola primaria siamo a 20,6 studenti, invariata rispetto al 2013. In Italia nel 2023 le classi erano composte in media da 17,9 studenti, con un calo di 1,4 unità rispetto al 2013.

Italia sotto la media Ocse per investimenti in istruzione

In generale, la crisi del sistema dell’istruzione si vede sotto diversi punti di vista. Per esempio, per gli investimenti: nel nostro Paese sono pari al 3,9% del Pil contro una media dell’Ocse del 4,7%. Un altro dato negativo riguarda l’alto numero di adulti con un basso livello di alfabetizzazione: sono il 37% tra i 25 e i 64 anni, un dato superiore alla media Ocse (27%). Un dato in miglioramento però c’è, con la riduzione del tasso di dispersione scolastica: è scesa al 9,8%, in linea con l’obiettivo del Pnrr (10,2%) fissato dalla Commissione Ue.