Stop ai brevetti sui vaccini. Così si potranno produrre pure in Italia. Parla la deputata M5S, Ianaro: “La salute prima delle aziende”

Stop ai brevetti sui vaccini. Così si potranno produrre pure in Italia. Parla la deputata M5S, Ianaro: “La salute prima delle aziende”

Onorevole Angela Ianaro (M5S), lei ha presentato una mozione per consentire e agevolare la produzione anche in Italia dei vaccini. Perché questa potrebbe essere la chiave di volta per sconfiggere la pandemia?
Il vaccino costituisce l’arma indispensabile per porre fine alla pandemia da Covid-19. Ad oggi, tuttavia, la capacità produttiva dei sieri è troppo modesta di fronte all’improrogabile necessità di vaccinare tutto il mondo. Per questo nella mozione del Movimento 5 Stelle, depositata a mia prima firma e della collega Giulia Grillo, ex ministra della Salute, chiediamo al governo l’impegno in sede europea, per consentire la temporanea sospensione dei brevetti, come previsto dall’Accordo TRIPs nel caso di emergenze, corrispondendo un adeguato meccanismo di compensazione per le case farmaceutiche detentrici dei diritti di proprietà intellettuale e permettendo ai Paesi di produrli autonomamente. In questa partita, l’Italia, con la sua industria farmaceutica e le aziende che la compongono, può certamente giocare un ruolo di primo piano, senza contare che in questo modo si consentirebbe anche una distribuzione più equa del vaccino tra i Paesi di tutto il mondo.

Cosa non ha funzionato nel meccanismo della campagna vaccinale in Ue?
L’Unione europea ha dato avvio alle prime somministrazioni dei vaccini il 27 dicembre scorso, giornata simbolo divenuta l’emblema dell’unità europea nell’affrontare la pandemia e lottare, insieme, per uscirne. Sono tante però le difficoltà riscontrate nella produzione di massa dei vaccini da parte delle aziende farmaceutiche e nell’approvvigionamento delle quantità preordinate e acquistate dall’UE, con gravi ripercussioni sulla campagna di vaccinazione. Per questo è importante non vanificare gli sforzi fatti da tutti ed evitare una flessione della distribuzione del vaccino.

Il fatto che la proprietà intellettuale potesse creare dei problemi, non era però una cosa prevedibile? Voglio dire: perché nessuno ci ha pensato?
Un anno fa non credevamo alla possibilità di un vaccino in un lasso di tempo così breve. La Comunità scientifica ha compiuto un vero e proprio miracolo. Tutto questo è stato possibile anche ad una sana partnership tra pubblico e privato. Ovviamente ci troviamo di fronte ad una situazione emergenziale, che giustificherebbe la sospensione temporanea del vincolo dei brevetti, cosa che chiediamo nella mozione, al fine di incrementare la produzione.

È soddisfatta di come l’Italia ha affrontato la campagna vaccinale?
Sono soddisfatta di come l’Italia abbia condotto finora la campagna vaccinale. Il lavoro del nostro Paese è evidente: ad oggi 1.345.839 di persone hanno ricevuto sia la prima che la seconda dose di vaccino. Sono state individuate fin da subito le categorie prioritarie e maggiormente a rischio ed ora proseguiamo con tutti le altre categorie con l’auspicio di raggiungere la massima adesione.

Dagli errori, però, si impara sempre. Cosa il governo Draghi dovrebbe fare di più rispetto al governo Conte?
Non credo siano stati commessi errori dal governo Conte, anzi, abbiamo dato il via ad una campagna vaccinale senza precedenti e con ottimi risultati riconosciuti a livello internazionale. Ciò che occorre adesso, come ha sottolineato il ministro Speranza nelle comunicazioni in Aula al Senato, è un’accelerazione della campagna vaccinale e, di conseguenza, una consegna puntuale delle dosi, perché il vaccino è un bene comune ed universale e dobbiamo spingere l’acceleratore in questa direzione.