Strage di migranti a Cutro. Ministri in fuga e Meloni non pervenuta

La vicenda del tragico naufragio di Cutro è già un caso politico che sta creando non pochi grattacapi nella maggioranza.

Strage di migranti a Cutro. Ministri in fuga e Meloni non pervenuta

Prima che giudiziario, il naufragio costato la vita ad almeno 68 migranti davanti alla spiaggia di Cutro è già un caso politico che sta creando non pochi grattacapi nella maggioranza.

La vicenda del tragico naufragio di Cutro è già un caso politico che sta creando non pochi grattacapi nella maggioranza

Da un lato ci sono il ministro Matteo Piantedosi che ci ha messo la faccia, finendo per rilasciare dichiarazioni che hanno soltanto aggravato la situazione, e il titolare dei Trasporti Matteo Salvini che per ora svicola preferendo minacciare querele accusando i giornali di sciacallaggio contro i soccorritori e la guardia costiera, mentre dall’altro gli evidenti imbarazzi di Giorgia Meloni che, a lungo indecisa su cosa fare, alla fine ha deciso di non recarsi a Cutro probabilmente per non creare ulteriori frizioni nella sua maggioranza.

Conte: “È doveroso che il ministro Piantedosi, dopo essere andato in Commissione venga anche in Parlamento”

Segni evidenti del caos che regna nel Centrodestra e che sta portando le opposizioni a chiedere spiegazioni e conseguentemente le dimissioni del ministro dell’Interno. Mancanze che non fa che sottolineare Giuseppe Conte convinto che sia necessario un chiarimento da parte dei ministri e del Governo stesso. “È doveroso che il ministro Piantedosi, dopo essere andato in Commissione venga anche in Parlamento, ma è doveroso lo faccia anche il ministro Salvini che si sta sottraendo ancora una volta al confronto con gli italiani” ha spiegato il leader M5S.

“Anche la Meloni deve fare chiarezza riguardo alle responsabilità dei vari ministeri interessati”

A suo parere, però, la vicenda non può essere liquidata tanto facilmente perché “anche la Meloni – visto che ha lei la responsabilità di governo – deve fare chiarezza riguardo alle responsabilità dei vari ministeri interessati e venga a parlarne (in Parlamento, ndr). Non basta una letterina a Bruxelles per chiedere un nuovo sforzo congiunto europeo. Lei è il presidente del Consiglio dei ministri e ha il dovere di chiarire chi e perché non è intervenuto, e chiarirlo a tutti gli italiani”.

Sempre secondo Conte “anche quando ho avuto responsabilità di governo ho sempre sostenuto che per il M5S quella dei migranti è una tragedia, in questo caso toccata con mano nel crotonese, e non c’è una ricetta semplice” e “questo va detto al governo che ha illuso gli italiani dicendo che con il blocco navale avrebbe risolto il problema dell’immigrazione invece non ha risolto nulla”.

Parole che sembrano essere anche una risposta alle parole di Raffaella Paita, presidente di Azione-Italia Viva in Senato, che, pur dicendosi d’accordo sul chiedere un intervento in aula di Piantedosi e Salvini, aveva lanciato una provocazione: “I 5 stelle chiedono Salvini in aula. L’ho chiesto anche io e lo ribadisco. Solo che a rendere conto del suo operato dovrebbe essere anche e soprattutto Giuseppe Conte che ha condiviso ed emanato le regole che hanno indebolito l’azione di salvataggio delle persone in mare. Invece tace, da giorni”.

Piantedosi ha aperto alla possibilità di un confronto in Parlamento

Quel che è certo è che se le opposizioni chiedono al Governo di chiarire la vicenda del naufragio di Cutro in Aula, l’Esecutivo non sembra affatto disponibile per farlo. Se Piantedosi, per il quale sono circolate perfino voci di possibili dimissioni che sono state però smentite, ha aperto alla possibilità di un confronto in Parlamento – tanto che salvo colpi di scena dovrebbe presentarsi in Aula il 7 e 8 marzo per riferire la sua verità -, è soprattutto Salvini a chiamarsi fuori preferendo ripetere, quasi fosse un disco rotto, la tesi secondo cui viene perseguitato: “La guarda costiera è stata “codardamente coinvolta in una squallida battaglia politica” e chi “l’accusa è ignorante o è in malafede. (…) Io dico grazie agli uomini di mare e faccio appello a certa politica e certo giornalismo: limitate la polemica. Io ho le spalle larghe, ho ricevuto tante accuse, le ritengo per lo più ingiuste”.

Piantedosi da par suo, dopo una serie di dichiarazioni che hanno fatto infuriare le opposizioni, è tornato raccontare la propria versione dei fatti parlando di una situazione “improvvisa e sfortunata” causata dal “peggiorare delle condizioni meteo”. Ma se possibile a far rumore è soprattutto il silenzio che arriva dalla premier e che fa capire come la decisione di non andare a Cutro non sia stata presa a cuor leggero.

Certo resta il fatto che così facendo il suo governo non ha fatto una bella figura ma c’è da chiedersi perché le cose sono andate così. Ebbene il motivo più plausibile è che la Meloni preferisca tenersi a distanza dalle polemiche così da non creare fibrillazioni in una maggioranza che sta già scontando una spaccatura con Forza Italia e Lega che stanno facendo muro per difendere Piantedosi dalle sferzate delle opposizioni mentre Fratelli d’Italia, ossia il partito della premier, continua a chiedere un chiarimento. E non può essere un caso il silenzio della Meloni che, a parte il cordoglio per la tragedia espresso dopo la tragedia, si è ben guardata dal difendere il ministro dell’Interno.

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