Strage di piazza della Loggia a Brescia, Palazzo Chigi si chiama fuori e non si costituisce parte civile

Strage di piazza della Loggia a Brescia, Palazzo Chigi si chiama fuori e non si costituisce parte civile. Ira dei parenti delle vittime

Strage di piazza della Loggia a Brescia, Palazzo Chigi si chiama fuori e non si costituisce parte civile

Il processo sulla Strage di Piazza della Loggia si tinge di giallo. Nell’udienza preliminare davanti al gup di Brescia e nell’ambito del nuovo filone di indagini per il quale la Procura di Brescia ha chiesto il rinvio a giudizio per Roberto Zorzi, la presidenza del Consiglio dei Ministri ha deciso di non costituirsi parte civile nel processo sulla mattanza del 28 maggio 1974.

Scelta diametralmente opposta a quella compiuta dal Comune di Brescia, dalle sigle sindacali e dalle famiglie delle vittime. Proprio quest’ultime per bocca di Manlio Milani, presidente dell’Associazione familiari vittime della strage di piazza della Loggia, hanno espresso rabbia e incredulità per la decisione di Palazzo Chigi: “Non so se la presidenza del Consiglio sia stata avvertita in merito a questa udienza o se sia stata una scelta di non costituirsi parte civile. Mi auguro che nel giro di pochi giorni venga chiarita questa situazione”.

L’inchiesta sulla Strage di piazza della Loggia

Zorzi, il quale da 21 anni vive negli Stati Uniti e che ieri come da previsione non era presente in aula, è ritenuto l’esecutore materiale della strage che causò 8 morti e 102 feriti.

Proprio per questo la Procura gli contesta l’accusa di concorso in strage con altri tra cui Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, per “aver partecipato alle riunioni in cui l’attentato veniva ideato, manifestando la propria disponibilità all’esecuzione dell’attentato e comunque rafforzando il proposito dei correi”.

La Strage di piazza della Loggia, incastrati dalle parole del pentito

Qualora il gup opterà per il rinvio a giudizio, il nuovo eventuale processo non si limiterà soltanto ad accertare le responsabilità degli imputati ma tenterà di fare luce anche su “eventuali deviazioni” di apparati dello Stato. A dirlo chiaro e tondo è stato il pubblico ministero di Brescia, Silvio Bonfigli, che ha spiegato come si tratta di “un procedimento difficilissimo” ma che potrebbe regalare novità.

“Qui parlo da vecchio consulente della Commissione parlamentare terrorismo e stragi” insiste il magistrato “e mi riferisco al contesto storico che sta alla base delle riunioni nella caserma dei carabinieri di Parona e del commando Nato Ftase. È una lettura interessante di quei fatti attraverso eventuali deviazione che dovessero essere confermate da una sentenza”.

Mantovano fa retromarcia: “L’Avvocatura chiederà al Gup di Brescia la rimessione in termini ai fini della costituzione di parte civile”

“La presidenza del Consiglio non ha ricevuto nessun avviso riguardante la fissazione dell’udienza preliminare del processo a carico di Roberto Zorzi e Marco Toffaloni, imputati per la strage di piazza della Loggia Brescia. Per questo, l’Avvocatura dello Stato, su mandato della stessa presidenza del Consiglio, chiederà al Gup di Brescia la rimessione in termini ai fini della costituzione di parte civile, che seguirà non appena la rimessione sarà concessa”. Lo puntualizza il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo MANTOVANO.