Strage migranti, per il comandante della Guardia Costiera c’erano le condizioni per salvarli

Strage migranti, Salvini è intervenuto attaccando i giornali e allo stesso tempo difendendo la Guardia costiera.

Strage migranti, per il comandante della Guardia Costiera c’erano le condizioni per salvarli

Il vicepremier Matteo Salvini è intervenuto sulla strage di migranti a Cutro attaccando i giornali che lui definisce di “sinistra”. Inoltre, il leader della Lega ha difeso la Guardia Costiera. Sul tema ha parlato anche il comandante della Capitaneria di porto di Crotone, Vittorio Aloi.

Strage migranti, Salvini si scaglia contro i giornali

Salvini, ministro delle Infrastrutture e con delega alla Guardia costiera, si è scagliato contro i giornali e ha difeso il corpo sulla strage dei migranti avvenuta in Calabria. “Non una parola contro i veri responsabili della strage (cioè i trafficanti di esseri umani), – così il vicepremier – ma insulti e fango contro la Guardia Costiera e il sottoscritto. Trovo vergognoso che i giornali di sinistra scarichino le colpe sulle donne e gli uomini in divisa, oltretutto in un momento delicato di minacce anarchiche alle istituzioni. Sono abituato alle menzogne contro di me, ma non accetto infamie su chi da sempre, tra enormi sforzi e sacrifici, salva vite umane”.

“Aiutare chi è in difficoltà non è una scelta ma un dovere: è folle e gravemente offensivo immaginare che qualcuno abbia voluto far morire delle persone. Solidarietà ai 10.200 donne e uomini della Guardia Costiera. Ci tuteleremo nelle sedi opportune”, ha concluso il leader della Lega.

Per il comandante della Guardia Costiera c’erano le condizioni per salvarli

Si ritorna sulla possibilità che si fosse potuta evitare questa tragedia. Sulla questione è intervenuto il comandante della Capitaneria di porto di Crotone Vittorio Aloi ha risposto ai cronisti mentre faceva ingresso alla camera ardente per le vittime del naufragio di migranti davanti alla costa crotonese. Quel giorno c’era mare forza quattro, non sei o sette. Le nostre motovedette avrebbero potuto navigare anche con mare forza otto”. 

Sul motivo per il quale le motovedette della Guardia costiera non siano uscite in mare per soccorrere i migranti il comandante Aloi spiega: “Bisogna riferirsi ai piani, operativi, agli accordi ministeriali che ci sono…”Le “nostre regole di ingaggio sono una ricostruzione molto complessa non da fare per articoli di stampa. Ci sarebbe bisogno di specificare molte cose su come funziona il dispositivo per il plottaggio dei migranti, da che arrivano nelle acque territoriali a che poi debbano essere scortati o accolti. In questo caso la dinamica è da verificare”. Inoltre, il comandante ha confermato che la prima segnalazione di allarme per la barca di migranti è giunta alla Guardia costiera alle 4,30 del mattino di domenica scorsa, a naufragio già avvenuto.

Aloi si sente provato umanamente dalla tragedia: “Comprendiamo che ne puoi salvare 100 mila ma poi è quell’unico ragazzino o bambino o famiglia che non riesci a salvare che fa sembrare inutile il tuo lavoro. Non si tratta di burocrazia e di qualunque esperienza si può fare tesoro. Vedremo alla fine delle indagini che non sono solo penali ma anche interne e amministrative. Sono provato umanamente ma professionalmente sono a posto”.

 

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