Strano paladino di pace. Ican piena di lobby: da Pax Christi a Soka Gakkai, ecco chi c’è nell’organizzazione che ha vinto il Nobel

Dietro alla “coalizione” che si è aggiudicata il Nobel per la Pace c’è un mondo che più eterogeneo non si può. Che comprende pure Pax Christi e Soka Gakkai

di Stefano Sansonetti

A chi è stato assegnato il premio Nobel per la Pace 2017? Il verdetto dice l’Ican, ovvero l’International campaign to abolish nuclear weapons, in pratica l’organizzazione che si batte contro le armi nucleari. Ma cosa è esattamente l’Ican? Sul sito si definisce come una coalizione di organizzazioni non governative in 100 Paesi del mondo. In effetti, se si va un po’ a spulciare tra gli organismi internazionali che vi aderiscono, e tra quelli divisi per singolo Paese, si arriva a totalizzarne oltre 400. Dietro alla “coalizione”, quindi, c’è un mondo che più eterogeneo non si può. Si possono incontrare associazioni di studiosi, fisici, artisti e sindacati che convivono con entità più direttamente legate al disarmo o ai temi ambientali. Ma nel gruppone c’è anche tanto altro.

Tra le organizzazioni che contribuiscono a comporre l’enorme mosaico Ican, per dire, c’è Pax Christi. Il nome compare negli elenchi di Francia, Australia, Regno Unito e Belgio. Pax Christi è uno dei tanti movimenti che spesso viene inquadrato come una sorta di lobby all’interno del già composito mondo cattolico, dove pace e politica finiscono col mischiarsi. Storicamente ha avuto numerosi alti prelati tra i suoi rappresentanti. Ma tra i partner internazionali di Ican c’è anche Soka Gakkai, che sul sito si definisce “movimento buddista per la pace di respiro internazionale”. In passato, però, si sono contate tante ricostruzioni tendenti a rappresentare Soka Gakkai come una specie di setta. Addirittura negli anni ’90 in Francia gli organi di stampa descrissero l’organizzazione come un movimento sfruttato dal Giappone per carpire segreti industriali europei. Dal canto suo Soka Gakkai, anche in tempi recenti, ha nettamente smentito questi inquadramenti opachi. Ma insinuazioni e accuse non sono mai finite. Ancora, tra le organizzazioni che alimentano Ican ci sono pure la Chiesa anglicana del Canada, la Chiesa presbiteriana del Ghana e un forum legato alla Chiesa evangelica tedesca. Insomma, c’è un mondo che a volte sembra andare al di là di quello che si potrebbe immaginare leggendo la semplice traduzione dell’acronimo Ican.

Volendo invece osservarla dal punto di vista dei “pesi” esercitati dai singoli Stati, si può registrare che il Paese con il maggior numero di organizzazioni aderenti all’Ican è l’Australia, che ne conta 59. A seguire ci sono la Francia con 50, Stati Uniti e Norvegia con 25 e Regno Unito con 23. In Italia, invece, gli organismi aggregati all’Ican sono 8, tra cui Rete Disarmo, Istituto di ricerche internazionali archivio disarmo, Associazione italiana medicina per la prevenzione della guerra nucleare, World Foundation for Peace, Wilpf Italia, Senzatomica, PeaceLink e Cormuse. Quest’ultima, tanto per fornire un dettaglio curioso, è un’associazione milanese che promuove i giovani musicisti. Mentre Rete Disarmo e Archivio Disarmo sono organizzazione che storicamente nel Belpaese affrontano la questione delle politiche che ruotano intorno alle armi. Di sicuro il premio Nobel non è andato soltanto a Ican, ma riguarda il foltissimo mondo di enti che in tutto il pianeta contribuisce a restituirne l’immagine finale.

Riceviamo e pubblichiamo:

Caro Direttore,
Mi meraviglia che una testata dinamica come La Notizia non approfondisca fonti relative al movimento buddista più diffuso sul nostro pianeta e ad una delle fedi riconosciute per legge dallo Stato italiano. Le chiederemmo pertanto di pubblicare questa nostra replica alle parole malcomposte utilizzate dal sempre attento articolista e collega Stefano Sansonetti. Quando si parla di Soka Gakkai, ci si riferisce semplicemente al Buddismo, una delle più
antiche religioni pre-cristiane, professato nel mondo da circa 600 milioni di persone e composto da migliaia di scuole con dottrine differenti anche se facenti tutte storicamente riferimento agli insegnamenti di Siddhartha Gautama, Shakyamuni Buddha, vissuto nel VI Secolo A.C. Il Buddismo professato dalla Soka Gakkai, che in Giappone conta 12 milioni di fedeli è religione di massa (rappresenta la maggior scuola laica buddista del paese), fa riferimento alla dottrina Buddista così come fu rielaborata e codificata da Nichiren Daishonin nel XIII Secolo. Contemporaneo di San Francesco ed animato dallo stesso spirito riformatore, il Daishonin volle rielaborare un insegnamento destinato a far si che ogni individuo, anche il più povero, il più semplice, avesse il diritto di accedere agli insegnamenti del Buddha senza mediazione e con semplicità, destrutturando il tradizionale sistema di potere gerarchicotemporale esistente tra clero e laici. Questa sua eredità è stata conservata nei secoli ed è alla base del buddismo della Soka Gakkai. Il Primo Presidente della Soka Gakkai Tsunesaburo Makiguchi fu uno dei pochi giapponesi a schierarsi contro la dittatura militare che impose lo shintoismo di stato e pagò con la vita questa sua decisione. Così come Josei Toda, secondo Presidente, permise a questa dottrina di diventare religione di massa e Daisaku Ikeda, attuale Presidente, l’abbia fatta conoscere in 192 paesi del mondo. In Europa svolgiamo insieme a tutte le altre famiglie e tradizioni buddiste la nostra missione di diffusione del Dharma (il Vice Presidente dell’Unione Buddista Europea è un membro della Soka Gakkai) ed in Italia, dove questo tipo di dottrina è particolarmente diffuso, abbiamo deciso di stipulare un’Intesa con lo Stato che, dopo dieci anni di rigorosi controlli, è stata approvata dal Parlamento all’unanimità e con il supporto di tutti i gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione. Per quanto riguarda le rocambolesche affermazioni relative alla supposta Spy story degli 007 giapponesi in Francia, mi permetto di dire che trattasi di notizia più degna di un sito complottista che di una testata generalmente aderente alla Federazione nazionale della Stampa. La Soka Gakkai anche in Italia è la religione più studiata negli ultimi anni. Dunque non mancano fonti accademiche per informarsi. Basta far riferimento all’ampio studio del Professor Massimo Introvigne, una delle massime autorità in materia nel nostro paese e a sociologi del calibro di Antonio La Spina e Karel Dobbelaire. La Soka Gakkai è impegnata nella diffusione dei valori della Pace, Cultura ed Educazione. La lotta per l’abolizione delle armi nucleari ha rappresentato fin dagli anni 50 l’azione sociale più rilevante della nostra organizzazione religiosa. Su questo tema in Giappone la Soka Gakkai ha mobilitato milioni di persone e in tutti questi anni ha promosso la diffusione globale di un’ impegnata e rinnovata cultura per l’abolizione dell’arma atomica.

Istituto Buddista italiano Soka Gakkai

Risponde l’autore dell’articolo

Nell’articolo mi sono semplicemente limitato, in non più di tre righe, a ricordare le varie tipologie di accuse rivolte negli anni a Soka Gakkai, rammentando puntualmente che l’Istituto le ha sempre seccamente smentite. Cosa ci sia di “malcomposto”, in questo, è da capire.

Stefano Sansonetti