Stretta finale Pd-M5S in Lombardia

In Lombardia si va verso verso l'intesa Pd-M5S nonostante Renzi. Confronto serrato per ricostruire l'asse giallorosso.

Renzi e Calenda sono sempre lì. All’assemblea tenutasi a Milano di Italia Viva Matteo Renzi insiste: “lo sanno gli amici del Pd lombardo: se Majorino decide di fare il vice della Moratti, noi in Lombardia si vince e dopo 30 anni la Lombardia cambia colore. Io ci credo fino all’ultimo”, dice.

In Lombardia si va verso verso l’intesa Pd-M5S nonostante Renzi. Confronto serrato per ricostruire l’asse giallorosso

Senza nessuno sprezzo del ridicolo, con i sondaggi ormai a disposizione di tutti, il cosiddetto Terzo polo propone al Partito democratico di fare da vice nonostante abbia il doppio dei voti. Farebbe ridere se non ci fosse di mezzo la serissima opportunità di strappare Regione Lombardia alla destra dopo quasi trent’anni e se questa patetica strategia di logoramento nei confronti del Pd non fosse fatta sulla pelle dei cittadini.

Che Letizia Moratti non abbia nulla da spartire con il centrosinistra l’ha ripetuto durante l’evento del candidato Pierfrancesco Majorino (nella foto) perfino l’assessore dem di Milano Pierfrancesco Maran, uno che crede fermamente al valore di un perimetro politico che preveda anche il cosiddetto Terzo polo: “L’opzione Moratti è impraticabile”, ha scandito dal palco.

Per questo il segretario regionale del Pd Vinicio Peluffo risponde a Renzi con una provocazione: “Se Renzi vuole giocarsi la partita da vincente – dice – e non da spettatore noi ci siamo: ritiri il sostegno a Letizia Moratti e liberi dai tatticismi romani i rappresentati lombardi di Azione e Italia viva. Altrimenti il dubbio è che l’appello di Renzi abbia un unico significato: mettere le mani avanti per la sconfitta”.

Netto anche Majorino ieri: se anche “facessimo un accordo” con la candidata del terzo polo alle regionali del 2023 in Lombardia, Letizia Moratti, “tantissimi elettori di centrosinistra comunque non ci seguirebbero” quindi “accadrebbe la cosa peggiore di tutte: non solo perderemmo con Fontana, ma perderemmo con Fontana sostenendo la Moratti, che sarebbe il punto più alto della crisi possibile”.

Del resto il Partito democratico da giorni sta lavorando per allargare la coalizione dalla parte opposta, aprendo al Movimento 5 Stelle. Da giorni le parti si stanno incontrando per discutere “sui temi”, come aveva chiesto Giuseppe Conte, prima di discutere “di nomi”. L’accordo tra M5S e Pd potrebbe in effetti riaprire la partita (seppur difficile) e influire anche sugli scenari nazionali. Un primo incontro c’è stato lunedì, per oggi è programmato il secondo. “Condividiamo con forza un approccio che parte dal confronto sui temi fondamentali per cambiare la Lombardia.

Ricordandoci sempre che l’obiettivo, per il bene della nostra regione, è battere Fontana”, ci dice il candidato alla Presidenza di Regione Lombardia Pierfrancesco Majorino. Il sindaco di Milano Beppe Sala intanto annuncia di voler fare “una telefonata a Conte”: “Credo lo chiamerò per parlargli di quali sono i punti che possiamo condividere”, ha risposto ai cronisti che lo incalzavano.

Sullo stato della trattativa il 5 Stelle Dario Violi ci spiega: “È stata una prima riunione interlocutoria, dove noi abbiamo illustrato i cinque punti del nostro programma, mentre abbiamo scelto di accantonare la questione del candidato – spiega il coordinatore lombardo del Movimento -. L’idea è di fare altri due o tre incontri a partire da martedì, per vedere se c’è la possibilità di trovare un accordo sui temi”.

A taccuini chiusi e microfoni spenti qualcuno giura che alla fine l’accordo si farà. “Questione di giorni”. Resta solo da risolvere il nodo con +Europa che non vuole i grillini in coalizione. Ma qualcuno ricorda che erano gli stessi che avevano messo il veto proprio su Majorino e poi sono scesi a miti consigli.