Stretta sui furbetti del cartellino. Cosa c’è nella cura “concreta” del Governo

Stretta sui furbetti del cartellino. Cosa c'è nella cura “concreta” del Governo

Fare la spesa o andare dal parrucchiere mentre si è al lavoro? Da oggi non è più possibile. Il Governo gialloverde ha giurato guerra ai furbetti del cartellino. Basta leggere il Disegno di legge contro l’assenteismo e per la semplificazione del ministro della Pubblica amministrazione, appena approvato e illustrato dal ministro Giulia Bongiorno. Il “Decreto concretezza” non risparmia affatto assenteisti gli che affollano le pubbliche amministrazioni. Già, l’allora ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, aveva introdotto i tanto odiati tornelli. Ma adesso si va oltre: arrivano come deterrenti nuovi strumenti, a partire dall’utilizzo dell’impronta digitale.
Dunque siamo di fronte a una risposta decisa alle frequenti le inchieste della magistratura che hanno portato alla luce anche l’inerzia di chi deve controllare i dipendenti amministrativi. Inchieste in cui icastrati dalle immagini delle telecamere, disposte dagli investigatori, i lavoratori venivano beccati a fare tranquillamente la spesa o andare dal dentista durante l’orario di lavoro. In alcuni casi con la complicità dei colleghi che beggiavano al loro posto. Tutto a scapito dei cittadini che non travavno nessuno negli uffici e truffando lo Stato. Il ministro Bongiorno ci ha tenuto a precisare che questo però non è un “provvedimento punitivo”.
Nel decreto ci sono anche lo sblocco del turnover, una rivoluzione digitale nella pubblica amministrazione, nuove assunzioni e soprattutto le misure per contrastare i fannulloni. È proprio quest’ultimo l’obiettivo principale del ministro, “perché individuare i fannulloni significa eliminare uno dei vulnus atavici della pubblica amministrazione”. In particolare, saranno introdotte rilevazioni biometriche e videosorveglianza. Tra questi accorgimenti ci sarà anche l’utilizzo delle impronte digitali, per consentire di riconoscere un dipendente ed evitare che attesti la presenza anche dei colleghi. E non sarà soltanto questa impronta a mettere in riga i dipendenti pubblici. Tra i sistemi d’identificazione c’è la mappa dell’iride e il riconoscimento vocale. Misure troppo futuribili? Non proprio, visto gli ultimi ritrovati della tecnologia, applicati per una volta alla pubblica amministrazione. Uno sforzo che impone una maggiore responsabilità dei dirigenti disattenti o complici, che saranno inseriti in apposite black list e perseguiti disciplinarmente, oltre che penalmente.

Stop ai fannulloni: All’ospedale di Salerno già da due anni si timbra con un dito

Gli esperti aspettano di leggere con attenzione che cosa c’è scritto nel “Decreto concretezza”, in particolare gli articoli che riguardano le misure contro gli assenteisti. Per cercare di capire se tali strumenti possano essere davvero efficaci e se, ad esempio, non venga violata la privacy.
Ma l’introduzione dell’impronta digitale per stanare i fannulloni, non sarebbe proprio una novità. Infatti, già nel 2016 è l’Azienda ospedaliero-universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno ha sperimentare un sistema per bloccare gli assenteisti: niente più badge o cartellino, chi entra a lavoro deve farsi riconoscere attraverso la propria impronta digitale.
Il Ruggi ha ottenuto il via libera dal Garante della privacy ed è stato il primo ospedale in Campania a utilizzare le impronte digitali per registrare le presenze.
La decisione era stata presa dopo un’inchiesta della magistratura che aveva smascherato 800 furbetti del cartellino. Il sistema, entrato in vigore a fine 2016, è in funzione ancora oggi. L’azienda ha assicurato che le impronte dei dipendenti non vengono mai archiviate in alcun data base.