Su Gaza scompare il genocidio. Passa la risoluzione annacquata

Condanna per i ministri israeliani, neppure sfiorato Bibi. Il centrodestra italiano in ordine sparso si spacca in tre

Su Gaza scompare il genocidio. Passa la risoluzione annacquata

L’Europa arriva in ritardo e in modalità debolissima su Gaza. Il Parlamento europeo ha approvato – 305 a favore, 151 contrari e 122 astenuti – la risoluzione sulla Palestina, accogliendo di fatto le proposte di Ursula von der Leyen pronunciate il giorno prima a Strasburgo. “Proporremo sanzioni contro i ministri estremisti e contro i coloni violenti. Proporremo anche una sospensione parziale dell’Accordo di Associazione sulle questioni commerciali”, ha annunciato von der Leyen.

Sulla risoluzione la Destra si spacca in tre

Sulla risoluzione si è spaccata tanto la maggioranza quanto il campo progressista. Le delegazioni di Movimento 5 stelle e Lega hanno votato contro. I deputati di Fratelli d’Italia si sono astenuti, mentre hanno votato a favore Pd e Forza Italia. Astenuta Ilaria Salis, per la delegazione di Sinistra Italiana, mentre contrario Leoluca Orlando per i Verdi italiani.

Tra i gruppi europei, favorevoli i Socialisti, Renew, Verdi e parte del Partito popolare europeo. Il Ppe, infatti, al momento del voto si è spaccato in due: con 82 sì e ben 56 no, 6 astenuti.

L’Eurocamera salva Bibi

Nella risoluzione, il Parlamento condanna con forza il blocco degli aiuti umanitari a Gaza da parte del governo israeliano. I deputati chiedono indagini complete su tutti i crimini di guerra e sulle violazioni del diritto internazionale. Sostengono inoltre le sanzioni dell’Ue contro coloni e attivisti israeliani violenti in Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est, e contro i ministri israeliani Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir.

Secondo i deputati, la creazione di uno Stato di Palestina è fondamentale per la pace, la sicurezza di Israele e la normalizzazione regionale. Inoltre, invitano gli Stati membri a valutare la possibilità di riconoscere lo Stato di Palestina per sostenere la soluzione dei due Stati.

La risoluzione è stata in parte modificata e annacquata

La risoluzione è stata in parte modificata e annacquata (nei confronti delle accuse a Israele), rispetto alla proposta originaria presentata dai Socialisti, Verdi e Liberali di Renew, da diversi emendamenti, presentati soprattutto dal Ppe. Tra le modifiche rilevanti c’è stata la soppressione della parola “genocidio”.

Un emendamento del Ppe ha cancellato la frase: “Condanna senza mezzi termini la continua escalation della guerra a Gaza, imputabile alle operazioni militari israeliane, che si è tradotta in ricadute umanitarie devastanti e sofferenze inaccettabili per la popolazione civile”, sostituendola con un’affermazione molto più blanda nei riguardi di Israele: “Esprime preoccupazione per le continue operazioni militari nella Striscia di Gaza, che si sono tradotte in sofferenze insopportabili per la popolazione civile”.

Altri due emendamenti del Ppe hanno tolto dal testo alcune forti critiche alla Commissione e al Consiglio europeo per la mancata incisività della loro azione riguardo alla situazione a Gaza.

La denuncia del M5S: risoluzione debolissima

“La risoluzione votata dal Parlamento europeo sulla situazione a Gaza è debolissima, non si difendono così i diritti dei palestinesi vittime dei crimini di guerra di Israele. Ritirare a pochi minuti dal voto l’emendamento sottoscritto dai Socialisti in cui si condanna il genocidio rappresenta un tradimento della memoria di oltre 60 mila civili uccisi negli attacchi e nei bombardamenti dell’esercito israeliano. Il testo finale contiene invece gli emendamenti del Ppe, approvati dall’aula, che ammorbidiscono la condanna dei crimini commessi dal governo israeliano e cancellano la richiesta di sospensione totale dell’accordo di associazione”, ha affermato la delegazione del Movimento 5 stelle al Parlamento europeo.

Tajani: non riconoscere la Palestina. Ma i suoi europarlamentari dicono di sì

Sul fronte delle destre, invece, si segnala ieri l’atteggiamento ambivalente di Forza Italia. Il ministro degli Esteri, e leader degli azzurri, Antonio Tajani ieri in Parlamento ha ribadito di credere nella soluzione a due Stati ma di ritenere inutile riconoscere lo Stato di Palestina.

E questo nel momento in cui gli europarlamentari del suo partito a Straburgo stavano votando a favore della risoluzione che invita i governi europei a valutare la possibilità di riconoscerlo. Per il resto Tajani ha aperto, non appena verranno presentate in Consiglio, alle ulteriori nuove proposte di sanzioni preannunciate da von der Leyen.

Sanzioni che ribadiamo, prendono di mira, come ha chiesto l’Eurocamera, i ministri di estrema destra del governo israeliano, ma guai a tirare in ballo il criminale, raggiunto dal mandato di arresto della Cpi, Benjamin Netanyahu.

Infine registriamo il caos al Senato dopo l’intervento della senatrice del M5S, Alessandra Maiorino, che ha definito Tajani un “influencer prezzolato” pro Israele. “Un’accusa inaccettabile”, ha replicato il ministro.

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