Suicidio Ruffino, la procura di Milano apre un’indagine: non risultano problemi di salute

La procura di Milano ha aperto un'indagine sul suicidio di Luca Ruffino, presidente di Visibilia: al momento non risultano problemi di salute.

Suicidio Ruffino, la procura di Milano apre un’indagine: non risultano problemi di salute

Un suicidio che resta coperto dal mistero. La morte di Luca Giuseppe Reale Ruffino, presidente di Visibilia Editore, per il momento ha portato all’apertura di un’indagine da parte della procura di Milano per il reato di istigazione al suicidio. Un atto che viene considerato necessario, soprattutto per svolgere alcuni accertamenti come l’autopsia sul corpo del manager attesa nelle prossime ore.

Ruffino si è tolto la vita nella sua abitazione milanese con un colpo di pistola sparato nella notte tra sabato e domenica. Il presidente di Visibilia, società al centro della polemica politica dopo le indagini che hanno coinvolto anche la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, ha lasciato sei biglietti. Rivolti soprattutto ai familiari, per scusarsi con loro per il suo gesto. Non c’è, però, una spiegazione. Né un riferimento alla società Visibilia o ad altri problemi economici.

Le indagini sul suicidio di Ruffino

Gli inquirenti al momento non escludono alcuna ipotesi sulle ragioni del gesto, ma non hanno dubbi sul fatto che si sia trattato di un atto volontario. Ruffino è legato al mondo dell’amministrazione condominiale in Lombardia e nell’ottobre del 2022 è subentrato nella società di Santanchè Visibilia, rilevando proprio le quote della ministra.

Non risultano esserci problemi finanziari per le sue società, a partire proprio da Sif Italia. D’altronde da poco era entrato nel capitale sociale di Visibilia, diventando anche l’amministratore unico dell’azienda oggi al centro dell’attenzione dei giudici e della politica. Va sottolineato che per ora il fascicolo d’indagine su Visibilia non lo coinvolge in alcun modo, tanto che non è neanche stato ascoltato in procura sul caso: Ruffino non risultava infatti essere indagato.

La presunta malattia del presidente di Visibilia

Il corpo del manager è stato ritrovato da uno dei figli, avvisato dalla compagna che era in vacanza. La donna ha spiegato di averlo sentito molto abbattuto e giù di morale al telefono e per questo aveva temuto per il peggio, allertando il figlio del manager. Negli ultimi giorni, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, Ruffino si era mostrato molto giù di morale.

Gli accertamenti di chi indaga, però, sembrano escludere che il manager soffrisse di malattie gravi conclamate, tanto che in ambienti giudiziari si fa riferimento solo a piccoli problemi di salute. Così come non risultano problemi di salute mentale conclamati. Al contrario si parla, soprattutto in ambienti politici, di una grave malattia che qualcuno riconduce alla causa del suicidio. Ipotesi che al momento non viene confermata dalle indagini.

I sei bigliettini lasciati da Ruffino

Ruffino ha lasciato sei bigliettini di scuse, rivolte soprattutto ai familiari (i due figli, Mirko e Andrea, e la compagna). Altri biglietti erano rivolti ai colleghi e ai condomini. Nei fogli si fa riferimento a motivi personali che hanno indotto il manager al gesto estremo, ma non ci sono spiegazioni precise né si parla delle inchieste legate a Visibilia e Santanchè, secondo quanto emerso finora.

Ai figli Ruffino ha scritto messaggi per esprimere il suo dispiacere per il dolore che causerà. Inoltre il manager ha spiegato la decisione di suicidarsi in casa e non nella sede dei suoi uffici per evitare di turbare i colleghi e i dipendenti. I bigliettini, però, non aiutano a spiegare le motivazioni del gesto di Ruffino, lasciando così aperte per gli inquirenti tutte le ipotesi, seppure a oggi non risultino né problemi finanziari né di salute da parte del manager che è da ottobre l’amministratore unico di Visibilia Editore.

Un altro guaio per la società, dopo le indagini che hanno riguardato anche la ministra Santanchè, tanto che il titolo – in seguito alla notizia del suicidio di Ruffino – è arrivato a perdere il 25% in Borsa, venendo poi congelato in asta di liquidità.