Sul decreto omnibus il governo ha chiesto la fiducia pure al Senato. Per le opposizioni il Parlamento è ormai un passacarte dell’esecutivo

Sul decreto omnibus il governo ha chiesto la fiducia pure al Senato. Per le opposizioni il Parlamento è ormai un passacarte dell'esecutivo

Sul decreto omnibus il governo ha chiesto la fiducia pure al Senato. Per le opposizioni il Parlamento è ormai un passacarte dell’esecutivo

Come già successo alla Camera, sul decreto Omnibus il governo di Giorgia Meloni ha chiesto la fiducia pure al Senato. Ad annunciare questa decisione è stato il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.

Il decreto, nato per affrontare il nodo intercettazioni introducendo nuove limitazioni a questo strumento d’indagine, al suo interno contiene un po’ di tutto tanto che comprende “disposizioni urgenti in materia di processo penale, di processo civile, di contrasto agli incendi boschivi, di recupero dalle tossicodipendenze, di salute e di cultura, nonché in materia di personale della magistratura e della pubblica amministrazione”.

Ricorso alla fiducia per evitare la decadenza del decreto, in scadenza lunedì, che ha scatenato l’ira delle opposizioni che hanno denunciato quella che definiscono l’ennesima mortificazione del Parlamento ormai ridotto a mero passacarte della maggioranza.

Sul decreto omnibus fiducia pure al Senato, ira dei 5S

“Stamattina il Movimento 5 Stelle ha abbandonato le commissioni Affari Costituzionali e Giustizia riunite per l’esame del decreto Giustizia-Pubblica amministrazione, ci siamo rifiutati di prendere parte ad un’autentica farsa. Con il governo Meloni il Parlamento è ridotto a un teatro nel quale si recita, si fa finta di esaminare le leggi”.

Lo affermano le senatrici e i senatori del Movimento 5 Stelle nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato Anna Bilotti, Roberto Cataldi, Ada Lopreiato, Alessandra Maiorino e Roberto Scarpinato.

“Parliamo di un decreto omnibus che riguarda materie di ogni genere, da importanti modifiche delle norme sulle intercettazioni limitative dei diritti della difesa e della tutela dei cittadini, a norme che autorizzano le forze di polizia a manipolare i sistemi informatici e telematici, a norme sulla salvaguardia degli orsi marsicani, senza che ci sia stato consentito di discutere seriamente. Ci hanno dato solo due ore e mezzo per l’esame e la presentazione degli emendamenti: una pagliacciata” proseguono i 5 Stelle.

“Per di più in commissione i lavori sono stati condotti con arroganza e spregio del ruolo delle opposizioni, hanno addirittura tolto la parola al senatore Scarpinato. Con questo governo e questa maggioranza genuflessa stiamo procedendo a tappe forzate verso lo stravolgimento materiale della Costituzione, stanno instaurando un premierato assoluto in cui il governo fa tutto da solo, con buona pace della retorica di Giorgia Meloni che tante volte ha ricordato di essere stata a lungo parlamentare e di avere grande rispetto delle Camere. Tutte balle, le Camere sono ridotte all’irrilevanza” concludono i pentastellati.