Sul referendum Renzi ha l’Angelino custode. Alfano vuole favorire il voto estero, bypassando la legge

Con una circolare del ministero dell’Interno di Angelino Alfano, che La Notizia ha potuto visionare, la legge per favorire degli italiani all'estero è stata ritoccata.

È proprio il caso di dirlo: fatta la legge, trovato l’inganno. Ma per vincere il referendum Matteo Renzi è pronto a tutto. In particolar modo se di mezzo ci sono voti da racimolare in vista del 4 dicembre. Tanti voti. Quelli degli italiani all’estero, nello specifico. Se prendiamo ad esempio le elezioni politiche del 2013, quando furono un milione i nostri connazionali residenti oltreconfine che decisero di esprimersi, si capisce quanto la torta faccia gola al premier e ai suoi ministri, impegnati quotidianamente per sostenere la riforma costituzionale. Come dimostra la trasferta della titolare delle Riforme Maria Elena Boschi in Sud America delle scorse settimane per propagandare il Sì, costata 12.625 euro. Ma cosa è successo? Vediamo. Il vituperato Italicum prevede ovviamente che anche gli elettori italiani che abitano all’estero possano votare. Compresi coloro che si trovano in un altro paese per motivi di lavoro, studio o cure mediche per un periodo di almeno tre mesi nel quale ricade la data della consultazione elettorale.

LEGGE AGGIRATA
Attenzione però: l’opzione per il voto per corrispondenza, dice la legge, deve essere inviata dal richiedente al Comune di residenza entro i dieci giorni successivi alla data di pubblicazione del decreto di convocazione dei comizi elettorali. Decreto firmato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il 27 settembre scorso e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il giorno successivo. L’opzione per esprimere il voto per corrispondenza scadeva quindi l’8 ottobre. Ma nei fatti è successo altro. Con una circolare inviata ai Prefetti dal dipartimento per gli Affari interni e territoriali del ministero dell’Interno guidato da Angelino Alfano, che La Notizia ha potuto visionare, la scadenza è stata infatti posticipata (senza spiegarne le motivazioni) al 2 novembre, cioè “entro il trentaduesimo giorno antecedente la votazione”.

IL BARBATRUCCO
Una circostanza anomala. Non solo. Sfogliando le sette pagine del documento, la vicenda si arricchisce di un ulteriore elemento su cui porre l’attenzione. “L’opzione – c’è scritto – dovrà pervenire al comune per posta, per telefax, per posta elettronica anche non certificata, oppure potrà essere recapitata a mano anche da persona diversa dall’interessato ed, in ogni caso, può essere formulata e fatta pervenire anche prima dell’indizione delle consultazioni”.

CARO PRESIDENTE
Una vicenda, questa, messa in luce da Alternativa Libera, il gruppo che a Montecitorio riunisce alcuni deputati ex M5S, che hanno preso carta e penna scrivendo al capo dello Stato. “Il governo fa bene ad essere terrorizzato dall’esito del referendum ma è inaccettabile che si violi la legge per cercare di recuperare voti, ora speriamo che il presidente Mattarella in qualità di garante della Costituzione faccia sentire la sua voce”, attacca Tancredi Turco: “La politica fa finta di niente, ma questa circolare di Alfano rischia di invalidare tutti i voti degli italiani all’estero”.

Twitter: @GiorgioVelardi