Sul salario minimo le opposizioni si compattano contro il governo: la proposta unitaria a 9 euro l’ora

Accordo trovato tra le opposizioni per una proposta unitaria sul salario minimo: la soglia sarà fissata a 9 euro l'ora.

Sul salario minimo le opposizioni si compattano contro il governo: la proposta unitaria a 9 euro l’ora

L’intesa è stata raggiunta: le opposizioni (con l’unica eccezione di Italia Viva) presenteranno una proposta unitaria per introdurre il salario minimo. La cifra sarà 9 euro ora. L’accordo è stato trovato durante l’ultimo incontro e viene comunicato attraverso una nota congiunta firmata da Giuseppe Conte (M5s), Nicola Fratoianni (Si), Matteo Richetti (Azione), Elly Schlein (Pd), Angelo Bonelli (Europa Verde) e Riccardo Magi (+Europa).

Nella nota si sottolinea “la necessità di un intervento a garanzia dell’adeguatezza delle retribuzioni dei lavoratori, in particolare di quelli in condizione di povertà anche per colpa dell’inflazione: è un elemento qualificante dei nostri programmi elettorali. Per questo abbiamo lavorato a una proposta unica che depositeremo alla Camera nei prossimi giorni”. Attualmente le proposte di legge sul salario minimo depositate sono sei, cosi se ne avrà solamente una unitaria. 

Calenda annuncia l’accordo sulla proposta unitaria

Ad annunciare per primo l’accordo è stato il leader di Azione, Carlo Calenda, attraverso un tweet: “Tutte le opposizioni hanno raggiunto un accordo sul salario minimo. È un provvedimento equilibrato che riprende i punti fondamentali della proposta depositata dal Terzo Polo”. Calenda chiede ora “al governo di Giorgia Meloni di aprire un confronto di merito e senza pregiudizi” sul tema.

Salario minimo a 9 euro l’ora: cosa prevede l’accordo

Nella nota congiunta delle opposizioni vengono sottolineati i punti principali della proposta che le opposizioni depositeranno nei prossimi giorni alla Camera. “Vogliamo sottolineare con forza la comune convinzione che è giunto il momento di dare piena attuazione all’articolo 36 della Costituzione che richiede che al lavoratore sia riconosciuta una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto e sufficiente a garantire un’esistenza libera e dignitosa per sé e per la propria famiglia”, si afferma nel comunicato.

Ma cosa prevede la proposta? Innanzitutto che al lavoro “di ogni settore economico” venga “riconosciuto un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative, salvi restando i trattamenti di miglior favore”. In ogni caso è necessario introdurre una soglia “minima inderogabile” fissata a 9 euro l’ora, per tutelare anche i settori più fragili e poveri del mondo del lavoro, dove il potere contrattuale delle organizzazioni sindacali è minore.

Secondo quanto verrà scritto nella proposta, la retribuzione minima non dovrà riguardare solamente i lavoratori subordinati, ma anche “i rapporti di lavoro che presentino analoghe necessità di tutela nell’ambito della parasubordinazione e del lavoro autonomo”. Le opposizioni chiedono anche di istituire una commissione, composta da rappresentanti istituzionali e dalle parti sociali, per “aggiornare periodicamente il trattamento economico minimo orario”. 

Altro punto sottolineato è quello del riconoscimento per legge dell’ultrattività “dei contratti di lavoro scaduti o disdettati”, oltre al riconoscimento di “un periodo di tempo per adeguare i contratti alla nuova disciplina, e un beneficio economico a sostegno dei datori di lavoro per i quali questo adeguamento risulti più oneroso”. Non ci sarà, come sottolinea Calenda, una indicizzazione automatica della cifra “per evitare la rincorsa salari-inflazione”.