Dalle promesse fatte in lungo e largo in merito all’abolizione del superbollo, alla clamorosa retromarcia. Sembra proprio che Matteo Salvini nelle ultime ore sia stato costretto a un testa coda legislativo visto che, come riporta il sito Pagellapolitica, “il 20 giugno la Commissione Finanze della Camera ha accettato la riformulazione di alcuni emendamenti” che porteranno il governo a “razionalizzare il sistema tributario anche con riferimento alla revisione e al riordino delle tasse automobilistiche, senza maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Dunque l’eliminazione del superbollo non è più esplicitamente citata”.
Insomma la tassa sui bolidi sembra destinata a restare anche se verrà rimodulata al ribasso. Qualcosa di molto diverso da quello che prometteva il Capitano che soltanto l’11 maggio su Twitter scriveva chiaro e tondo: “Vogliamo abolire il superbollo auto”.
Sul Superbollo, Salvini finisce in testacoda
Un concetto che il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ciò a riprova che non si è trattato di una boutade, ha ribadito più volte come, prosegue Pagellapolitica, il 21 maggio quando disse: “Via il superbollo auto. La Lega, in pieno accordo col resto della maggioranza, è pronta a presentare un emendamento ad hoc nella legge delega fiscale. Era una nostra promessa e la stiamo portando avanti: meno tasse, più buonsenso”.
Parole ulteriormente ribadite il 31 dello stesso mese quando sentenziò: “Riforma fiscale: la Lega vuole l’estensione della flat tax al 15 per cento e l’abolizione di tasse e balzelli, fra cui il superbollo”. Una promessa elettorale fatta per strizzare l’occhio ai propri supporter ma che, al pari di tante altre, sembra destinata a rimanere lettera morta.