Sulle unioni civili Angelino e demoni. Se i gay si sposano, nel Nuovo Centrodestra si divorzia

di Lapo Mazzei

Di Nuovo, alla fine, rischia di restare solo il nome. Perché di centrodestra, ormai, si possono rilevare solo vaghe tracce, come nelle analisi delle urine. E quel che è peggio, peraltro alla vigilia di un appuntamento importante per il governo e la stessa maggioranza che lo sostiene, è che il minipartito di Angelino Alfano non solo sembra diviso su tutto, ma da la sensazione che convivano da separati in casa. Con il ministro dell’Interno che tratta per se (e in parte per il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, sua fedele scudiera)  con il premier,  Matteo Renzi, avendo l’obiettivo di difendere le poltrone conquistate dopo il divorzio con Silvio Berlusconi, mentre il partito  prova a parlare al proprio elettorato.

Qualcosa di più lo si capirà questa mattina quando al Senato Area Popolare,  presenterà la propria posizione su  delicato capitolo delle adozioni legate alle unioni civili. Gli esponenti di Ncd duri e puri parlano di “contraddizioni e paradossi di una disciplina ignorata”,  il tutto alla vigilia dell’avvio dei lavori in Aula sul ddl Cirinnà. Dal canto suo Alfano, prova a scartare di lato non volendo scontentare nessuno e si aggrappa al voto popolare, sostenendo di aver già messo in conto “un referendum abrogativo nel caso passasse la legge Cirinnà. Per adesso comunque c’è una partita parlamentare che può condurre a una direzione di buon senso”. Già, il buon senso.  Il problema è stabilire da che parte sta. II Partito democratico voterà a favore del ddl Cirinnà sulle unioni civili al Senato. La posizione è emersa dopo  l’assemblea dei senatori, facendo registrare un ottimo segnale per la maggioranza, a meno di colpi di scena poco probabili dal momento che il voto in aula non sarà segreto. I centristi, invece, sono di tutt’altro parere. Per il presidente dei senatori di  Ap, Renato Schifani “quello delle unioni civili è un tema tipico di libertà di coscienza, ma per quanto riguarda il voto prevarrà la linea dei gruppi. Il voto finale dipenderà dalle modifiche che saranno introdotte nel testo Cirinnà, che per il momento, se dovesse restare nella formulazione attuale, otterrebbe il nostro no deciso”. Ecco perché Alfano di attacca al Refendum. Come Renzi con quello per le riforme costituzionali.