Cittadini sul piede di guerra contro l’inceneritore. Dopo lo stop alla discarica di Albano riparte la protesta a Santa Palomba

Sull’inceneritore i cittadini sono sul piede di guerra sul piede di guerra. Dopo lo stop alla discarica di Albano riparte la protesta

Cittadini sul piede di guerra contro l’inceneritore. Dopo lo stop alla discarica di Albano riparte la protesta a Santa Palomba

Il sindaco Gualtieri ha disposto la chiusura della discarica di Albano Laziale, in provincia di Roma, ma di certo gli animi di cittadini, amministratori locali, comitati e associazioni del territorio non si sono calmati e ora sono pronti a continuare la loro battaglia contro la malagestione dell’emergenza rifiuti nella Capitale, schierandosi con ancora più forza contro la realizzazione dell’inceneritore che il sindaco di Roma vuole realizzare a Santa Palomba, a sud della città, nel quadrante del Municipio IX.

Una decisione che ha subito infastidito chi in quel territorio ci abita tanto che il comitato No Inceneritore a Santa Palomba e l’associazione Vas avevano presentato un ricorso per cui si aspetta il pronunciamento del Tribunale il prossimo 5 luglio. Adesso con la chiusura della discarica di Albano, che da ordinanza sindacale verrà avviata a bonifica, le 1.100 tonnellate giornaliere di rifiuti che venivano trasportati da Ama nel territorio del comune laziale e che devono essere sottoposte a trattamento prima di finire in discarica, “sono state ricollocate”, spiega la società municipalizzata romana, “in altre società con cui ci sono contratti già in essere a partire dal 27 febbraio scorso”.

Cittadini pronti alle barricate

Mentre gli esponenti del Pd capitolino si pronunciano positivamente, dicendo che è stato fatto “un altro passo avanti per la Capitale verso l’autonomia nella gestione della raccolta e dello smaltimento”, nelle province a sud della Capitale, dove una delle preoccupazioni maggiori era sapere che fine avrebbero fatto quei rifiuti, le polemiche, in primis quella contro l’inceneritore, non si placano.

Gualtieri, intanto, va avanti per la sua strada, anche se la sua posizione, ora che è cambiata la segretaria del Partito democratico, potrebbe essere più complicata visto che Elly Schlein non si è ancora esposta al riguardo. A chi le chiede perché non dice sì all’impianto risponde, infatti, che “il tema dell’economia circolare è più complesso” e che vorrebbe “una politica che la smettesse di pensare solo alla prossima scadenza elettorale e programmasse cosa fare nei prossimi 10-20 anni, perché questo pianeta lo stiamo distruggendo ed è la responsabilità più grande che abbiamo verso le nuove generazioni”.