Superbonus, Burrelli (Anaci): “Ora solo i ricchi potranno permettersi gli interventi”

Burrelli: "È un’autentica follia per noi e per tutti i professionisti della filiera che lavorano per applicare i bonus e Superbonus".

Superbonus, Burrelli (Anaci): “Ora solo i ricchi potranno permettersi gli interventi”

Sul Superbonus si può dire che il governo abbia agito con un blitz. Ingegnere Francesco Burrelli, presidente Anaci (Associazione nazionale degli amministratori condominiali), ve l’aspettavate?
“No, non ce l’aspettavamo. È un’autentica follia per noi e per tutti i professionisti della filiera che lavorano per applicare i bonus e Superbonus. Una follia da parte di chi l’ha voluto perché blocca tantissimi cantieri, oltre 90mila. Il governo dice che per i lavori già iniziati non ci sono problemi ma ci sono altri lavori che stavano per iniziare, che sono stati deliberati e bisogna vedere se verranno bloccati. Ma la cosa peggiore è che si sta perdendo la fiducia in quello che era il messaggio che lo Stato stava facendo passare, che era quello di riqualificare i condomini e soprattutto quelli in cui c’era veramente bisogno, dove c’erano le persone che non sono capienti e quindi non hanno interesse a effettuare lo sgravio fiscale in 5-10 anni. Invece stiamo arrivando al punto in cui il Superbonus lo potranno fare solo coloro i quali sono capienti, che hanno disponibilità finanziarie e che possono pagare il 110% e scontarselo poi negli anni. Questo è gravissimo per quei professionisti che hanno già fatto la progettazione, che si stavano già preparando per iniziare ma che non avendo più lo sconto in fattura e la cessione del credito e non avendo le possibilità di pagare quella cifra dovranno rinunciare ai lavori di ristrutturazione e di manutenzione degli ascensori e impianti, visto che non potrà effettuarsi neanche per i bonus del 50%. Si tratta di un danno enorme con 90mila cantieri che rischiano di fermarsi e 150mila posti di lavoro praticamente persi. Aziende che stanno chiudendo perché non ne possono più di questo balzello quotidiano che stanno facendo, aspettando crediti dal giugno 2021. Queste nuove disposizioni sono gravi e provocheranno cause e contenziosi tra quelli che saranno le richieste che faranno i condomini alle imprese e di conseguenza saranno coinvolte tutte le figure professionali e anche gli amministratori. Oltre a tutte le richieste di danni di professionisti come i termotecnici e progettisti che hanno fatto relazioni, progetti, studi e poi da qualcuno si attendono di essere pagati. Un grande caos di cui non si sentiva oggi l’esigenza”.

Come si spiega questo colpo di mano?
“Non so se tutti in maggioranza fossero d’accordo. Fatto sta che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e la premier Giorgia Meloni hanno deciso di bloccare tutto. E non so se si rendono conto di quale danno causano agli italiani. Molti che stavano lavorando nelle aziende saranno licenziati. Aziende che non potendo avere la cessione del credito e non potendo far circolare quei soldi non saranno nelle condizioni di mantenere i dipendenti e magari saranno costrette a chiudere”.

Gli unici soggetti che paiono aver tirato con le nuove norme un respiro di sollievo sono le banche.
“E certo che le banche non si lamentano perché questo è un modo di proteggere loro che possono dire ‘avete visto che abbiamo fatto bene a non dare tutte le cessioni del credito’! Ma il bonus è stato fatto per le banche o per la povera gente? Perché se fosse stato fatto per la povera gente l’avremmo tutelata, avremmo dato la possibilità di gestire meglio quel credito. E non avremmo fatto il decreto anti-frode a fine novembre 2021 ma prima. Saremmo andati nel merito a controllare come stanno le cose realmente. Le prime pratiche di accessi al Bonus, le facevano le villette, case unifamiliari e i benestanti. Chi aveva cioè i soldi e anche senza sconto in fattura poteva poi recuperarli. Poi quando la povera gente ha cominciato a capire come andavano le cose e ad avere fiducia, arriva il blocco che impedisce di fatto di riqualificare le nostre abitazioni”.

Il decreto stabilisce il divieto per le pubbliche amministrazioni ad acquistare crediti.
“Questa poi è forse la cosa peggiore. Mentre Sardegna, Piemonte, Treviso, e altre regioni, si erano già organizzate. Il governatore del Piemonte aveva già deliberato in giunta l’acquisto di 50 milioni di euro di crediti. Con il decreto impediscono tutto perché questo avrebbe rappresentato uno smacco per il governo. E pensare che questi sono quelli che vogliono dare più poteri e competenze alle Regioni”.

Giorgetti e Meloni hanno completato il lavoro di demolizione del Superbonus inaugurato dal governo Draghi.
“Già è proprio così. Ora vogliono fare le audizioni ma queste non si fanno dopo il decreto ma prima. Ma la cosa peggiore, ripeto, è che tutto questo avrà ricadute non su chi sta bene ma sui più deboli, i più svantaggiati, che non hanno la possibilità di sgravare i lavori fatti. Questo è il messaggio più grave che il governo non doveva mandare. Dovrebbe stare vicino ai cittadini e non ai poteri forti. Si vede benissimo che i nostri governanti non abitano nel condominio, che non conoscono le condizioni della gente. A cui non si rivolgono se non quando ci sono i voti da prendere”.

Ma per voi era necessario apportare correttivi alla misura o andava bene nella sua versione originale?
“Ma sì, era migliorabile ma bisognava sedersi tutti attorno al tavolo”.

Non è paradossale e autolesionista picconare ora il Superbonus con la direttiva Ue sull’efficientamento energetico delle case alle porte?
“Se dobbiamo andare in quella direzione che senso ha che noi non facciamo la riqualificazione energetica? Dove sono i soldi per farla? Perché noi facciamo un piano e poi ogni giorno cambiano le carte in tavola? Così nessuno si metterà più in gioco, non avrà fiducia sulla politica governativa. Per fare un discorso del genere ci vorrebbe un piano Marshall di cinque anni dove si pianificano interventi e risorse. Non che ogni settimana cambiano le leggi. Hanno trovato scuse per affossare una misura buona e per lasciare che la riqualificazione degli edifici la possano fare i più forti, i più ricchi, lasciando ai più fragili solo la possibilità di rinunciarvi. Non è così che si governa. I problemi li hanno trasferiti alle aziende, molte delle quali non hanno mantenuto le promesse fatte, ai professionisti e a tutta la filiera che lavora. Gli amministratori professionisti che hanno lavorato credendoci si troveranno ad affrontare un mare di problemi con i condomini per cause a loro non imputabili. Le conseguenze le vedremo presto”.

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