Superbonus, Conte non molla. Slitta il decreto Aiuti bis

Da sempre il Movimento cinque stelle lavora per risolvere il problema del blocco dei crediti d’imposta del Superbonus 110%.

In campagna elettorale tutto fa brodo. E così la caparbietà con cui i Cinque Stelle si ostinano a voler difendere il Superbonus viene strumentalizzata dai partiti avversari che accusano il M5S di voler far naufragare il decreto Aiuti bis da 17 miliardi. Ma andiamo con ordine.

Slitta il decreto Aiuti bis. Il M5S contrario al ritiro degli emendamenti. E il governo li ricatta: così bloccano i Sostegni

La maggioranza in Senato è alle prese con gli emendamenti, alcuni dei quali riguardano proprio il Superbonus, lo smart working e il docente esperto. Per far arrivare il decreto nell’Aula di Palazzo Madama al più presto è stato proposto ai partiti di ritirare le proposte di modifica. Ma il M5S e i senatori di Alternativa c’è si sono opposti. Da qui la decisione di far slittare l’approdo in Aula a martedì prossimo.

Una situazione che ha irritato i piani alti del Governo: “A causa di questo atteggiamento si rischiano di bloccare gli aiuti a famiglie e imprese”, il commento. E che ha fornito un assist alle altre forze politiche per puntare il dito contro il M5S. “Non si fa campagna elettorale sui bisogni dei cittadini”, ha detto la dem Simona Malpezzi.

Superbonus, da sempre il M5S lavora per risolvere il problema del blocco dei crediti d’imposta

Ma da sempre, e non da ieri, la forza politica guidata da Giuseppe Conte lavora per risolvere il problema del blocco dei crediti d’imposta che ha messo nei guai tante aziende alle prese col Superbonus. Dunque il rifiuto di ritirare tutti gli emendamenti è finalizzato a far rifiatare le imprese, altro che farle affogare.

Secondo gli esponenti M5S, “lo sciagurato blocco della circolazione dei crediti, innescato dalle schizofreniche norme approvate dal Governo nel tempo, sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza di decine di migliaia di imprese”. Da qui la necessità di risolvere il problema adesso. Se qualcuno deve rispondere dell’intoppo al Senato questo è semmai Draghi.

 

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