Il Supremo tribunale federale brasiliano ordina l’arresto dell’ex terrorista Cesare Battisti. Bonafede: “Saremo soddisfatti solo quando sarà estradato in Italia”

L'arresto dell'ex militante dei Pac Cesare Battisti è stato chiesto dalla Procuratrice generale Dodge

Potrebbe essere a un passo dalla soluzione il caso dell’ex terrorista italiano, Cesare Battisti. Il Supremo tribunale federale (Stf) ha ordinato, nel pomeriggio di ieri, il suo arresto. Il fermo dell’ex membro dei Proletari Armati per il Comunismo, di cui l’Italia chiede da anni l’estradizione perché sconti l’ergastolo per quattro omicidi commessi durante gli anni di piombo, è stato chiesto dalla Procuratrice generale del Brasile, Raquel Dodge, per “evitare il rischio di fuga e assicurare una eventuale estradizione”.

Formalmente il giudice del Supremo tribunale federale, Luis Fux, ha revocato la misura a favore di Battisti che la stessa corte aveva disposto un anno fa. “Non ho avuto accesso alla decisione del giudice – ha detto il legale dell’ex terrorista, Igor Tamasauskas – l’ho saputo dai media, non posso commentare”.

“Il Supremo Tribunale Federale brasiliano – ha commentato il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede – ha ordinato l’arresto di Cesare Battisti. Sono state accolte le nostre richieste di rigettare il suo reclamo. E’ ciò per cui il ministero della Giustizia sta lavorando da tempo. Ma saremo soddisfatti solo quando Battisti sarà estradato in Italia”.

Nell’ottobre dello scorso anno l’ex terrorista, apprezzato scrittore in Francia, era stato arrestato a Corumbà, nello stato di Mato Grosso del Sud, mentre tentava di attraversare il confine boliviano, ma tre giorni dopo era tornato in libertà. Dal 2010 l’ex militante dei Pac gode, infatti, dello status di rifugiato politico concesso dall’allora presidente Luiz Inacio Lula da Silva. Lo scorso 13 marzo la procuratrice generale Dodge aveva stabilito che l’eventuale revoca di tale status spettasse solo al capo dello Stato.

Chiare le intenzioni sul caso Battisti del nuovo presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, che all’indomani della sua elezione, nell’ottobre scorso, ha riacceso le speranze di ottenere l’estradizione dell’ex terrorista. Ad attenderlo in italia, da dove fuggì nel 1981 evadendo dal carcere di Frosinone, c’è una condanna all’ergastolo per quattro omicidi. Il 29 ottobre scorso il figlio del presidente, Eduardo, rispondendo a un tweet in cui Matteo Salvini si congratulava per l’elezione di suo padre, ha confermato l’intenzione affermando che “il regalo è in arrivo”. Intenzione ribadita da Bolsonaro anche il 6 novembre scorso.

Questa mattina alcuni vicini di casa di Battisti hanno riferito ai cronisti, che stazionano davanti alla sua abitazione in attesa di un possibile arresto, di aver perso di vista l’ex terrorista da alcune settimane. “Un ergastolano che si gode la vita, sulle spiagge del Brasile, alla faccia delle vittime, mi fa imbestialire! Renderò grande merito al presidente Jair Bolsonaro se aiuterà l’Italia ad avere giustizia, ‘regalando’ a Battisti un futuro nelle patrie galere”, ha detto in un tweet il ministro dell’Interno Salvini.