Tagli alla polizia

di Alessandro Ciancio

La spending review, appena abbozzata nella relazione del commissario Cottarelli, non convince il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri. Con una lettera indirizzata al Presidente della Commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama Anna Finocchiaro, l’esponente azzurro ha chiesto infatti che il ministro dell’Interno Angelino Alfano riferisca al più presto sui paventati sui tagli alla sicurezza e alle forze dell’ordine, che versano in una situazione «sempre più preoccupante». Nel suo messaggio Gasparri ricorda come il settore aspetti da tempo risposte su molte questioni, dal riordino delle carriere al rispetto della specificità nell’ambito della riforma previdenziale. Il contesto attuale non induce certo all’ottimismo se solo si pensa al blocco contrattuale, a quello del turn-over (che solo grazie a iniziative parlamentari è stato in parte allentato) e al recente annuncio di chiusure di uffici (che danno l’impressione dell’impoverimento del presidio territoriale a tutela dei cittadini). Gasparri ritiene che «in primo luogo ci si debba occupare del problema degli organici e della minacciata chiusura di commissariati, di uffici delle varie specialità della Polizia di Stato e anche di presidi territoriali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Vi è anche una sofferenza del Corpo dei Vigili del fuoco, mentre sarebbe necessaria in altri ambiti un’attenzione alle tematiche riguardanti la polizia penitenziaria». Ecco perché Alfano deve innanzitutto rispondere degli «annunci inquietanti» di Cottarelli che, nell’ambito delle procedure di riduzione della spesa, hanno lasciato intendere anche la possibile volontà del governo di accorpare in tempi brevi alcune forze di polizia. «Il che renderebbe ancora più grave il disagio e non migliorerebbe certamente la tutela dei cittadini» osserva Gasparri. «Su tutte queste tematiche, ma in particolare sulla riduzione degli organici e sulle annunciate chiusure di uffici, l’atteggiamento del governo tende a minimizzare la questione. Ritengo invece che siamo di fronte a una situazione allarmante, che deve essere affrontata anche nelle sedi parlamentari». L’incertezza e il rincorrersi frenetico di voci di corridoio non possono non alimentare le preoccupazioni degli stessi operatori del comparto sicurezza. Ecco perché l’audizione del ministro dell’Interno è ritenuta non differibile. Il Parlamento deve poter «acquisire dati, fare le verifiche necessarie e impedire l’attuazione di decisioni sbagliate o, peggio ancora, la definizione di piani ancor più penalizzanti per il territorio» conclude l’esponente di Forza Italia.