Taglio delle tasse, lavoro e pensioni. Le priorità non più rinviabili per la Corte dei Conti. Buscema: “Contrastare il calo del Pil per accelerare l’uscita dalla crisi”

“Appare non più rinviabile un intervento in materia fiscale che riduca, per quanto possibile, le aliquote sui redditi dei dipendenti e anche dei pensionati che, pur essendo fuori dal circuito produttivo, frequentemente sostengono le generazioni più giovani, oltreché le imposizioni gravanti sulle imprese alle quali sono affidate le concrete speranze di un rilancio del Paese”. E’ quanto ha detto, nella sua requisitoria, il procuratore generale della Corte dei Conti, Fausta di Grazia, illustrando il giudizio di parificazione del rendiconto generale dello Stato per l’esercizio finanziario 2019. “L’alleggerimento della fiscalità – ha aggiunto – potrebbe evitare, soprattutto in un momento di crisi globale, la costante erosione del potere d’acquisto delle famiglie e un’ulteriore contrazione del mercato interno, che non favorisce il gettito erariale”.

“Si rendono necessari provvedimenti urgenti in grado di fornire un sostegno all’economia, contrastando il calo del Pil e accelerando l’uscita dalla crisi”. E’ quanto afferma, nella sua relazione, il presidente della Corte dei Conti,  Angelo Buscema, illustrando il giudizio di parificazione del rendiconto generale dello Stato per l’esercizio finanziario 2019. “Non possono essere trascurati – ha aggiunto – obiettivi essenziali quali il potenziamento del sistema delle garanzie per gli operatori economici pubblici e privati e il contestuale rafforzamento degli strumenti a tutela del lavoro e dei settori produttivi”.

“Nonostante i buoni risultati ottenuti nell’esercizio 2019 – aggiunge Buscema -, a causa del blocco generalizzato delle attività determinato dalle misure di contenimento del contagio pandemico di inizio 2020, si è delineato uno scenario piuttosto critico, caratterizzato dalla previsione di gravi effetti economici e sociali e dalla conseguente, generalizzata revisione in diminuzione delle previsioni macroeconomiche per l’anno in corso. Un quadro, questo di difficoltà strutturali e fragilità che va tenuto ben presente nell’impostazione di concreti percorsi per la ripresa economica e sociale del nostro Paese. Gli effetti della crisi rivelano caratteristiche e intensità molto diverse tra settori”.

“Nell’attuale contesto di emergenza la politica di bilancio – avverte il numero uno della magistratura contabile – è chiamata a giocare un ruolo fondamentale. Le risorse disponibili vanno, infatti, destinate a contrastare le fragilità e il disorientamento portati dagli effetti economici della crisi, avendo considerazione soprattutto di quanti sono risultati più danneggiati da questa emergenza epidemiologica. All’impegno di restituire ad un ambiente sconvolto nei comportamenti consolidati, condizioni più favorevoli alla crescita e alla tutela delle risorse naturali, si affianca quello non meno rilevante e, soprattutto, non più procrastinabile, per l’avvio di un solido sviluppo infrastrutturale del Paese. A ciò andrebbe affiancata senza indugi una riorganizzazione più efficiente della macchina amministrativa e dei servizi fondamentali da garantire alla cittadinanza”.

“Occorre assicurare la celerità degli interventi – afferma ancora il presidente della Corte dei Conti – per porre il Paese in grado di affrontare l’emergenza con maggiore sicurezza, coniugando rapidità di azione e adeguatezza ed efficacia dei controlli, semplificando le procedure amministrative che comportano rallentamenti e, quindi, minore incisività delle azioni assunte per la mitigazione della crisi. Le misure collocate in un processo di riforma organico in grado di rispondere a criteri di equità e di semplificazione del sistema, vanno ben calibrate in una prospettiva di delicato equilibrio tra sostenibilità di bilancio e sostegno all’economia. Un processo di riforma nel quale potranno assumere un ruolo essenziale le amministrazioni territoriali, che possono contare su una più stretta vicinanza con il territorio”.

“Da questa crisi – ha sottolineato Buscema – emergono diverse opportunità che possono essere colte. Mi riferisco soprattutto al forte impulso che le attività di lavoro a distanza possono già dare allo sviluppo dell’economia digitale e delle reti. Ciò dovrebbe costituire non solo uno stimolo per gli investimenti e per le infrastrutture immateriali, ma anche un forte incentivo per l’aumento della produttività complessiva del sistema e la riduzione dei divari territoriali esistenti. In questa fase di ricostruzione e di rilancio è necessario un impegno comune verso modelli di crescita economica e sociale capaci di rimuovere gli ostacoli che producono ingiustizie e diseguaglianze e che pongano al centro le persone. Lo dobbiamo a noi e alle giovani generazioni al nostro e al loro futuro”.