Disinnescare le tensioni con la Cina, così da evitare un conflitto dagli esiti imprevedibili: questo è il desiderio del presidente di Taiwan, Lai Ching-te, che ha ribadito il suo impegno a riprendere il dialogo con Pechino, “perché nella guerra non ci sono vincitori”. “La pace non ha prezzo, ma non possiamo coltivare sogni o illusioni: sono pericolosi”, ha aggiunto il leader di Taipei durante il discorso tenuto in occasione del primo anniversario del suo insediamento.
Ma non è tutto. Lai – ritenuto dall’amministrazione cinese di Xi Jinping un “pericoloso separatista” – ha spiegato che “Taiwan è lieta di avere scambi e di cooperare con la Cina, purché vi sia rispetto reciproco della dignità”.
Taiwan cerca di riaprire il dialogo con la Cina ma nel frattempo si prepara alla guerra con nuove maxi forniture militari
A suo dire, per evitare uno scontro è necessario “ricorrere allo scambio in sostituzione dell’accerchiamento, al dialogo in sostituzione dello scontro”.
Ma se da un lato Lai tende la mano alla Cina, dall’altro sembra prepararsi al peggio: nel corso dello stesso discorso ha ribadito “l’esigenza di rafforzare la difesa di Taiwan”, così da essere in grado di respingere eventuali minacce alla propria sovranità.
Dichiarazioni dal leader di Taipei a cui, almeno per il momento, l’amministrazione cinese non ha nemmeno risposto.