Tappa a Brescia per l’autunno caldo

dalla Redazione

Tensione a Brescia per l’arrivo di Matteo Renzi, in città per l’assemblea degli industriali nello stabilimento della Palazzoli. Fischi e contestazioni contro il Jobs Act mentre faceva il suo ingresso. Un gruppo di manifestanti ha deviato il percorso tentando di avvicinarsi il più possibile alla Palazzoli, provando a sfondare il cordone di polizia e gli agenti hanno respinto i manifestanti. La manifestazione di protesta a Brescia era già in corso o organizzata da centri sociali, Cobas e movimenti studenteschi. Circa 300 gli antagonisti. Poco dopo il corteo composto da diversi esponenti dell’unico centro sociale cittadino, Magazzino 47, ha tentanto di avvicinarsi di nuovo all’azienda e sono volate manganellate per respingere i manifestanti. Feriti un poliziotto e un carabiniere. Le loro condizioni non destano alcuna preoccupazione e non è stato necessario nemmeno il ricovero in ospedale.
Fuori dall’azienda invece si è riunita la Fiom di Brescia per un’assemblea contro le politiche sul lavoro del Governo. E alla riunione del sindacato non vi è stata alcuna tensione.

L’ASSEMBLEA
Entrato all’assemblea, accolto dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, il premier ha fatto capire (come già sottolineato in passato) che andrà dritto per la sua strada. Ovviamente dovrà tenere d’occhio anche ai nunmeri del Parlamento. “E’ finito il momento del ‘si farà, si vedrà, si discuterà’. Ora o mai più. Da qui il senso di urgenza del mio governo. Si è aperta in Italia una finestra di opportunità pazzesca: non coglierla sarebbe un errore gravissimo per noi e soprattutto per i nostri figli. Ma si tratta di decidere, di fare delle scelte, anche correndo qualche rischio, per rimettere in moto il sistema Italia. Perché se noi facciamo quello che abbiamo promesso, l’Italia sarà locomotiva in Europa. Ma bisogna avere il coraggio di cambiare, prima di tutto noi. C’è un disegno per spaccare l’Italia”. E il presidente degli industriali Squinzi ha ringraziato il premier e il suo governo: “Lei si è assunto il pesante fardello di far uscire l’Italia dalle secche di regole e culture sorpassate che sappiamo ci condurrebbero a un lento ma inarrestabile declino. Di questo arduo impegno non possiamo che esserle grati. Se ne sentiva la necessità”. La tensione fuori c’era, però, e Renzi è uscito alle 11,30 dal retro.