La tattica del Governo. Togliere ogni alibi all’Ue. Concordate alcune proposte di modifica ma le riforme-chiave di Lega e M5S non verranno toccate

Il Governo a lavoro sulla manovra

Obiettivi confermati e nessun passo indietro sulla Manovra, ma con l’inserimento di emendamenti concordati con Bruxelles perché, come già era filtrato, non sono i decimali che faranno la differenza, ma l’approvazione di misure-chiave come il reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni. È durato circa un’ora il summit serale a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, la squadra del Mef con il ministro Giovanni Tria e i suoi sottosegretari Laura Castelli e Massimo Garavaglia. Presenti anche i fedelissimi di Lega e Movimento cinque stelle: Giancarlo Giorgetti e Riccardo Fraccaro.

Tutti sono stati concordi su un punto: “Non è una questione di decimali, obiettivo del Governo è rilanciare la crescita e lo sviluppo. Confermati gli obiettivi già fissati, in particolare sulle pensioni, sul reddito di cittadinanza e sulla tutela del risparmio”. Questo si legge in un passaggio della nota congiunta firmata da Conte, Di Maio e Salvini. Insomma, il Governo italiano ribadisce il punto: si riuscirà a rispettare gli intenti mantenendo gli impegni di Manovra e insistendo soprattutto su investimenti e rilancio dell’economia.

Tutto questo però – hanno sottolineato fonti del ministero dell’Economia – avverrà anche con emendamenti concordati con l’Unione europea. Insomma, il dialogo c’è ed è costruttivo, pur nella ferma consapevolezza del Governo italiano che i punti cardine della Manovra non verranno minimamente toccati. “Per quanto riguarda il dialogo in corso con le istituzioni europee – dicono nella nota infatti Conte e i suoi due vice – si è concordato di attendere le relazioni tecniche sulle proposte di riforma che hanno più rilevante impatto sociale, al fine di quantificare con precisione le spese effettive. Le somme recuperate saranno riallocate, privilegiando la spesa per investimenti, con particolare riferimento a quelle necessarie a mettere in sicurezza il territorio e a contrastare il dissesto idrogeologico”.

Insomma, solo dopo aver effettivamente valutato i risultati di riforme-chiave (a partire dal reddito di cittadinanza) sapremo quante risorse saranno destinate agli investimenti, che restano dunque il grimaldello essenziale e focale per far ripartire l’economia italiana e per sbugiardare i burocrati dell’austerity. Anche per questo, recita ancora la nota di Palazzo Chigi, “sono stati valutati gli emendamenti di iniziativa parlamentare al ddl sulla legge di bilancio e concordati quelli che saranno oggetto di approvazione”. Certo è un punto, hanno comunicato fonti del Movimento cinque stelle non a caso nelle stesse ore in cui era in corso il vertice governativo: il reddito di cittadinanza non si tocca e non si tocca neanche la sua originaria impostazione. E, dunque, confermata l’importanza dei centri per l’impiego. Anzi, dicono ancora fonti M5S: il decreto arriverà già prima di Natale.

Dalla riunione di Palazzo Chigi, dunque, non è emerso alcun dietrofront. Esattamente com’era prevedibile, anche perché si era parlato sin da subito di un incontro interlocutorio affinché i due leader della maggioranza trovassero l’ennesimo accordo di tenuta. E così è stato. Probabile ora che nei prossimi giorni il deficit in Manovra scenderà di qualche decimale, come d’altronde confermato ieri sera anche dal ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio: “Bisognerà rinunciare a qualcosa e i capi politici capiranno quali sono le priorità”. Ma l’obiettivo resta lo stesso: concordare alcune misure con l’Ue, senza però cedere il passo alle misure cardine della Manovra rilanciando la fondamentale centralità degli investimenti. Quali saranno le risorse lo scopriremo solo dopo il lavoro certosino dei tecnici.