Tav fermo ai box. Decisiva l’analisi costi-benefici. Conte assicura: il dossier pronto entro fine anno. Toninelli dichiara guerra agli sprechi: soldi pubblici spesi per opere durature

L’analisi costi-benefici sul Tav sarà pronta entro il 31 dicembre

“Non indossiamo una maglia come una squadra di calcio, la maglietta è quella azzurra dell’Italia, lavoriamo nell’interesse degli italiani”. Il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ribadisce il concetto. “Noi vogliamo usare denaro pubblico per opere che hanno benefici duraturi”, assicura ospite di Tagadà su La7. La stella polare, per la decisione finale, resta l’analisi costi-benefici. Che sarà pronta entro il 31 dicembre. L’obiettivo, in ogni caso, è sciolgiere il nodo del Tav entro le Europee. Poi l’annuncio sulla composizione della Commissione cui è stato affidato il compito di redigere il dossier sulla Torino-Lione. Ne faranno parte un esponente dei Sì Tav e uno del fronte opposto.

Dettagli emersi dall’incontro di ieri, a Palazzo Chigi, tra il Governo, rappresentato dal premier Giuseppe Conte, dal vicepremier Luigi Di Maio, dal vice ministro dell’Economia Laura Castelli e dallo stesso Toninelli, e una dellegazione di imprenditori piemontesi. E che segue l’intesa raggiunta tra Italia e Francia sull’opportunità di posticipare la pubblicazione delle gare di appalto per la prosecuzione dell’opera al 2019. Fino ad allora il Tav resterà, di fatto, parcheggiato ai box. Quindi, ad analisi costi-benefici ultimata. Di certo, la strada verso un compromesso sull’Alta Velocità è ancora tutta definire. “Io sono dalla parte degli italiani e non accetto però, prima da italiano che da ministro dei Trasporti, di sprecare soldi pubblici”, avverte Toninelli. “Voglio che ci siano soldi ben spesi in infrastrutture”, aggiunge. Una volta pronto, il dossier sulla Torino-Lione dovrà essere condiviso con la Francia e con l’Ue.

“Di Maio ha però preso l’impegno di chiudere tutto entro le Europee”, conferma il presidente della Confesercenti Piemonte, Giancarlo Banchieri, reduce dall’incontro a Palazzo Chigi con la delegazione dei Sì Tav. Come unica condizione, gli imprenditori del Nord-Ovest, hanno insistito sui tempi rapidi dell’operazione, confermando l’indicazione di un loro nome nella commissione di esperti qualora vi partecipasse anche un esponente dei NoTav. La questione dei tempi, su cui le imprese hanno battuto molto, non è casuale. Si tratta del resto di una partita fondamentale per capire quanto a lungo resteranno bloccati i bandi di gara già rinviati al prossimo anno. La garanzia, al riguardo, è arrivata dal premier Conte in persona. Che ha assicurato la conclusione entro dicembre dell’analisi costi-benefici.

“Trasparenza, ascolto, equilibrio e approccio pragmatico”, sono, insomma, le parole d’ordine dell’Esecutivo sul Tav. “Questo Governo vuole lanciare un segnale di attenzione a Torino ed è in campo per rilanciare l’economia e il tessuto produttivo di tutto il territorio, con investimenti e sostegno alle imprese”, spiegano a voci unificate Conte, Di Maio e Toninelli al termine dell’incontro. Cruciale per la decisione finale sarà, inoltre, la rispondenza delle opere da realizzare con “le esigenze del Paese e dei territori, fatte secondo elevati standard di sicurezza e nel rispetto dell’ambiente”. Ma il rischio, avverte Banchieri, è “di congelare 3,5 miliardi di investimenti già bollinati e pronti a partire”. Quanto poi all’eventuale danno economico che l’Italia subirebbe rinunciando all’opera, secondo Toninelli assicura: “Non si perderanno posti di lavoro e non si perderanno finanziamenti pubblici. Chi dice che perderemo 75 milioni di euro al mese, dice una stupidaggine”.