Termovalorizzatore a Roma, il M5S non vota il decreto Aiuti. Conte: “È un ricatto. Vogliono il braccio di ferro. Facciamolo”

I ministri M5S non votano in dissenso sulle norme per i rifiuti di Roma e la possibilità della realizzazione di un termovalorizzatore.

In mattinata i sindacati glielo avevano detto senza troppi giri di parole a Mario Draghi: 7 miliardi sono una somma insufficiente per ridare fiato a imprese e famiglie zavorrate dalla crisi. E così dopo la cabina di regia, riunita prima del Consiglio dei ministri chiamato a varare il decreto Aiuti, la dote per questo sale a 14 miliardi.

Decreto aiuti, i ministri M5S non hanno partecipato al voto in dissenso sulle norme per i rifiuti di Roma

Ma il nuovo intervento del Governo non lascia tutta la maggioranza soddisfatta. Il decreto passa ma senza il sì del M5S: i ministri pentastellati non hanno partecipato al voto in dissenso sulle norme per i rifiuti di Roma che danno poteri speciali al commissario per il Giubileo, con la possibilità della realizzazione del termovalorizzatore.

“Siamo dispiaciuti ma mi auguro che questo non si traduca in fibrillazioni, è un disaccordo che speriamo di superare”, dice il premier che si presenta in conferenza stampa, al termine del Cdm, con una pattuglia di ministri (Franco, Orlando, Cingolani, Giorgetti, Giovannini). Ma la battaglia rischia di spostarsi ora in Parlamento. “Così la transizione ecologica rimane solo sulla carta”, dice il ministro dell’Agricoltura e capodelegazione M5S, Stefano Patuanelli.

L’ex banchiere continua a ribadire che il Governo farà tutto ciò che è necessario per mettere in sicurezza il Paese qualora la congiuntura dovesse peggiorare. Nega che ci troviamo di fronte a una recessione e parla di rallentamento. E difende la scelta di non aver proceduto a uno scostamento di bilancio.

Il taglio del cuneo fiscale prende corpo come un contributo una tantum di 200 euro per lavoratori e pensionati con redditi medio-bassi (sotto i 35mila euro). Una misura che costa oltre 6 miliardi di euro. Le nuove risorse sono state reperite anche grazie all’estensione della tassa sugli extraprofitti delle grandi aziende energetiche che sale dal 10 al 25%.

Come chiedeva il M5S. Il bonus sociale per aiutare le famiglie, in difficoltà con il pagamento delle bollette, viene esteso a luglio, agosto e settembre. Arrivano poi aiuti per gli affitti e anche per i trasporti pubblici. Per le imprese invece ci sarà un’estensione del credito di imposta per le energivore, ed arriva anche un fondo da circa 200 milioni di euro che erogherà aiuti a fondo perduto alle aziende con forti interscambi con le aree coinvolte nella guerra (Russia, Ucraina e Bielorussia).

Avranno invece una corsia rapida, grazie a una serie di semplificazioni, quelle che effettueranno investimenti oltre i 50 milioni di euro in produzioni strategiche. Il Governo interviene anche per far fronte alle difficoltà delle imprese che hanno preso appalti pubblici e che si trovano ad affrontare gli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali da costruzione, dei carburanti e dei prodotti energetici.

Le Regioni entro il 31 luglio devono procedere ad un aggiornamento durante l’anno dei prezzari, e i maggiori importi che derivano dall’applicazione dei nuovi prezzari sono riconosciuti dalla stazione appaltante nella misura del 90%. Inoltre, a sostegno degli obiettivi del Pnrr arriva un fondo da 600 milioni di euro per le grandi città.

Arriva poi l’attesa semplificazione dei procedimenti di autorizzazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili, e ci sarà una deroga di almeno sei mesi per massimizzare l’utilizzo delle centrali a carbone, senza rinunciare al percorso di decarbonizzazione, una volta venuta meno l’emergenza. Allungati poi i termini per accedere al Superbonus per le villette, come chiedeva il M5S. Il Governo, infine, vara il rinnovo del taglio di 30 centesimi delle accise sui carburanti, che durerà fino all’8 luglio e che si estende anche al metano.

Termovalorizzatore a Roma, Conte: “È un ricatto. Vogliono il braccio di ferro”

“Vogliono il braccio di ferro. Facciamolo. Sulla questione ambientale non possiamo permetterci passi indietro” ha detto a La Stampa il presidente del M5S Giuseppe Conte, a proposito dell’inserimento nel decreto Aiuti della norma sul termovalorizzatore di Roma. “A questo punto – ha aggiunto il leader pentastellato – non possiamo che astenerci. Si sta consumando un ricatto pazzesco, anche il ministro Cingolani non ne sapeva nulla. E’ l’azione di chi non sa cosa sia la transizione ecologica e non vuole nemmeno sentirne parlare”.

Per l’ex premier “non solo i cittadini romani, ma quelli italiani e i turisti hanno diritto a una Roma pulita che risolva una volta per tutte questo problema in modo strutturale.” “Per questo – ha detto ancora Conte – siamo favorevoli a dare poteri straordinari al sindaco, ma non possiamo riconoscergli una cambiale in bianco per la creazione di impianti a tecnologia obsoleta come gli inceneritori”.

“Noi siamo disponibili a concedere pieni poteri per autorizzare nuovi impianti in base alle nuove tecnologie ecosostenibili – ha concluso il leader del M5S -, non a rimettere indietro le lancette della storia. Qui si vuole fare come per l’energia: ci sono 200 gigawatt di richieste di autorizzazioni per impianti a fonti rinnovabili prigioniere nei cassetti della burocrazia. Equivalgono a più di tre volte la potenza delle centrali a gas e a carbone attualmente operative in Italia. E’ su questo che dobbiamo puntare, non sulla riaccensione delle centrali a carbone”.