Termovalorizzatore a Roma, Zuccalà: “A Gualtieri serve l’ecomostro”

Parla il capogruppo Movimento 5 stelle in Regione Lazio, Adriano Zuccalà: "Con il termovalorizzatore si ritorna al passato".

Termovalorizzatore a Roma, Zuccalà: “A Gualtieri serve l’ecomostro”

Adriano Zuccalà, capogruppo del Movimento 5 Stelle nel Consiglio regionale del Lazio, ieri in conferenza stampa avete presentato dei dati per sostenere la vostra tesi contro il ricorso al termovalorizzatore a Roma: di cosa si tratta e cosa dicono questi dati?
“I dati riportati nel piano rifiuti regionale, attualmente in vigore, sono confermati nelle premesse dal piano rifiuti di Roma e prevedono il raggiungimento del 70% di raccolta differenziata in tutta la regione nel 2025 e 300mila tonnellate di residuo da incenerire. L’unico impianto esistente di incenerimento nella Regione Lazio, quello di San Vittore, è già autorizzato per il trattamento di 400mila tonnellate di rifiuti, quindi un nuovo inceneritore di 600mila tonnellate a Santa Palomba non serve a nulla. Il piano di Gualtieri è spendere un miliardo di euro per un impianto che forse vedrà la luce tra sette anni e che ci costringerà a produrre più indifferenziata, fino a doverla acquistare, per alimentare l’inceneritore. Un progetto che guarda al passato, non risolve l’emergenza rifiuti della Capitale, brucia indifferenziato non pretrattato, inquina, produce scorie da smaltire in discarica e trasforma il ciclo dei rifiuti in un business”.

Quali sono le proposte che presentate in alternativa all’impianto voluto da Gualtieri? Come si può risolvere il problema dei rifiuti senza un impianto per lo smaltimento: è possibile gestire il ciclo senza inviarli fuori regione?
“Le alternative esistono, sono più sostenibili, più economiche e più veloci. Innanzitutto investire nell’implementazione della raccolta differenziata in tutti i comuni della regione, inclusa Roma, pena il commissariamento sulla gestione rifiuti. In secondo luogo convertire e delocalizzare gli impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) già esistenti in impianti di recupero materia e costruire dei piccoli impianti di compostaggio aerobico. Già solo questo ci consentirebbe in due anni e con circa 200milioni di risolvere l’emergenza nella Capitale e gestire il ciclo rifiuti senza inviarli fuori regione. Infine, con la collaborazione delle istituzioni a tutti i livelli, un piano di dismissione degli impianti di incenerimento su scala nazionale, un vero e proprio patto nazionale per la gestione dei rifiuti che possa permetterci di arrivare all’ambizioso ma raggiungibile traguardo dei rifiuti zero”.

Avete presentato una richiesta alla Regione per mediare con Gualtieri: cosa chiedete esattamente a Rocca? E pensate che possa ascoltarvi considerando che non ha espresso contrarietà all’impianto?
“Il presidente Rocca ha il dovere istituzionale di ascoltare le voci dei cittadini e delle cittadine del Lazio, di comitati e associazioni e dei sindaci di ogni colore politico che condannano unanimemente il progetto dell’inceneritore. La Regione non può nascondersi dietro le funzioni commissariali di Gualtieri, perché quando l’inceneritore sarà pronto, il Giubileo e il commissariamento saranno ricordi lontani e l’impianto sarà nell’ambito delle competenze regionali. Cosa faremo a quel punto? Vogliamo davvero condannare il nostro territorio a una gestione dei rifiuti obsoleta, dannosa e inquinante? È necessario aprire immediatamente un tavolo di confronto istituzionale tra la Regione e il Comune perché oggi siamo ancora in tempo”.

Sono previste mobilitazioni contro l’impianto di Santa Palomba nei prossimi giorni? Il Movimento 5 Stelle aderirà?
“Domani mattina saremo davanti alla Regione Lazio al presidio indetto dai Comitati No-Inceneritore, e queste manifestazioni saranno sempre più frequenti e pressanti. Il M5S è accanto a loro fin dal principio: questa è la nostra battaglia”.