Il terzo mandato è un morto che cammina. Tutti sanno che non passerà mai, ma il Carroccio non si dà per vinto. Tanto che ieri ha depositato in extremis un emendamento al ddl Assessori all’esame della Commissione Affari costituzionali del Senato che, qualora dovesse essere dichiarato ammissibile, dovrebbe essere votato giovedì prossimo in Commissione.
la Russa: “Il terzo mandato è tramontato”
In realtà anche fonti parlamentari del partito di Via Bellerio sottolineano come si tratti di poco più di un’iniziativa di bandiera, un modo per evitare di far passare un messaggio di resa. “È stata e sarà la nostra battaglia”, la posizione dei leghisti. Ma anche dal governo e dalle altre forze della maggioranza arriva l’alt. Il più esplicito è stato ieri il presidente del Senato, Ignazio La Russa: “Il terzo mandato? È tramontato. Non so se è un tramonto o un’eclissi…”.
Forza Italia ribadisce il no
L’ultima speranza del Carroccio – o meglio, l’ultima speranza di Matteo Salvini di tenere buono il potenziale nemico interno, Luca Zaia – è l’apertura arrivata nelle scorse settimane da Fratelli d’Italia, ma resta il giudizio fortemente negativo (ribadito ieri) di Forza Italia.
Fedriga all’attacco
Sul tema è intervenuto anche Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia, e parte in causa della questione: “Se c’è qualcuno che vuole vincere facendo fuori l’avversario e dicendo che non si può candidare è legittimo. Io vorrei vincere in realtà confrontandomi con l’avversario e magari essere scelto dai cittadini e non invece eliminare l’avversario per legge”. “La maggioranza farà il suo percorso e ognuno si prenderà le sue responsabilità”, ha aggiunto, ricordando che lui scade nel 2028 e che quindi “il dibattito non è su di me”.
“Terzo mandato mai stato nel programma”
Ma è proprio dalla maggioranza che ricordano alla Lega come il tema non sia mai arrivato ufficialmente sul tavolo della Conferenza delle Regioni. “Ci sono stati dei sondaggi, dei dialoghi tra presidenti ma poi non si è mai arrivati formalmente a stipulare una proposta”, spiega una fonte del centrodestra.
“Siamo consapevoli che le posizioni all’interno della maggioranza non sono univoche e che attualmente le possibilità che l’emendamento trovi i voti è molto risicata”, ha detto Paolo Tosato, firmatario dell’emendamento, “ma andiamo fino in fondo per non lasciare nulla di intentato e per fare chiarezza sulle varie posizioni, alcune nette e alcune sfumate, che vogliamo veder come si manifesteranno in commissione”.
Serracchiani: “Un destino già segnato”
“Il destino dell’emendamento è già segnato”, commenta il Pd, “è una provocazione che a nostro avviso dovrebbe essere dichiarata inammissibile. In ogni caso vogliamo credere che la stessa commissione saprà fin da subito respingere. Noi, se si dovesse arrivare al voto, ribadiremo le ragioni della nostra contrarietà”.
“Gli emendamenti della Lega tengono artificialmente in vita il terzo mandato e forse anche le trattative dentro la maggioranza. La frettolosità con cui sono stati depositati questi emendamenti è un’autodenuncia, la controprova che sono norme ad personam e non un serio tema di discussione politica”, aggiunge la dem Debora Serracchiani.
“Avevano detto che la questione era chiusa, Forza Italia aveva confermato che non si sarebbe andati avanti su questo punto. Adesso vedremo se Tajani sarà coerente con quello che ha detto”, attacca invece Angelo Bonelli, deputato di Avs.
E già si pensa al dopo: candidato leghista in Veneto, ma…
Ma molti nel centrodestra danno per chiusa la partita e stanno già guardando al futuro, quando cioè si dovranno scegliere i possibili candidati. A partire dal Veneto. Qui l’ipotesi più gettonata è che il nome potrebbe comunque toccare alla Lega, lasciando a Fratelli d’Italia la prospettiva di avere la Lombardia del dopo-Fontana. Ma per Salvini perdere la Lombardia sarebbe comunque un rospo gigantesco da ingoiare.