Torto (M5S): “La Manovra si accanisce sui poveri”

Per la parlamentare M5S, Daniela Torto, la Manovra del Governo Meloni è restrittiva: "Lo dicono i numeri, non i Cinque stelle".

Torto (M5S): “La Manovra si accanisce sui poveri”

Questa Manovra scontenta tutti. Per il governo questo significa che “non pende da nessuna parte”. Daniela Torto, capogruppo M5S in commissione Bilancio della Camera, che ne pensa?
“Beh stavolta lo schema non regge proprio. Parliamo di una Manovra restrittiva, che non prevede nulla per gli investimenti e ha un impatto pressoché nullo sulla crescita, come certificano gli stessi documenti del Governo. Una Manovra che si accanisce con un approccio ideologico e punitivo su più di 800 mila percettori di Reddito di cittadinanza, che fa cassa tagliando le rivalutazioni delle pensioni per 6 miliardi in due anni, che impoverisce il ceto medio, che dà solo qualche briciola in più al mese con un mini taglio del cuneo fiscale e strizza l’occhio a evasori e furbetti con l’assurda norma sull’aumento del tetto al contante e i limiti all’utilizzo del Pos, legittimando una sorta di evasione di cittadinanza. Abbiamo sentito in questi giorni più uscite di esponenti del centrodestra secondo i quali non c’è alcun riferimento ai pagamenti digitali nel Pnrr. Incredibilmente falso, visto che parte integrante del Piano è rappresentata proprio dalla risposta che i singoli Stati dovevano dare ad alcune specifiche raccomandazioni della Commissione. Una di queste chiedeva appunto all’Italia di puntare sull’abbassamento del tetto al contante e sulla diffusione dei pagamenti elettronici”.

Fazzolari e Tajani, salvo poi una parziale retromarcia, hanno attaccato Bankitalia per i rilievi critici mossi alla Manovra.
“Guardi, non è che in generale non si possa criticare la Banca d’Italia. Ma qui dobbiamo restare ai temi. Sull’aumento del tetto al contante gli allarmi sono arrivati anche da Ufficio parlamentare di Bilancio e Corte dei conti. Lo stesso dicasi per le sperequazioni alimentate dall’estensione della flat tax al 15% per gli autonomi fino agli 85mila euro di ricavi, che unita alla flat tax cosiddetta incrementale rischia di creare squilibri tra gli stessi autonomi. Altro che flat tax, siamo di fronte a una totale flop tax”.

Il ministro Lollobrigida ha aperto alla possibilità di rivedere le norme Pos e contante. Come valuta tutti questi stop and go dell’esecutivo?
“Sul Pos abbiamo già detto tutto. Quella della Legge di bilancio è una norma sciagurata spacciata per intervento a favore della libertà di scegliere come pagare. È però vero l’esatto contrario: se mi impedisci di usare il Pos al di sotto di una certa soglia vuol dire che stai comprimendo la mia libertà. È un mondo capovolto, come quando il ministro Giorgetti dice che i cittadini restano liberi di cambiare ristorante se un esercente non consente il pagamento con il Pos. Bel concetto di libertà hanno dalle parti del Governo. Su Opzione donna mi auguro che si faccia un passo indietro, perché ora come ora la misura risulta di fatto svuotata e praticamente inutilizzabile, anche se il Governo ha dimostrato di non avere tanti scrupoli”.

Che effetto le fa aver sentito la Banca d’Italia difendere il Reddito di cittadinanza?
“Nonostante la narrazione ‘tossica’ della destra, gli osservatori concordano nel dire che questa misura ha ammodernato il nostro sistema di welfare ed evitato che durante la pandemia il numero dei poveri crescesse ulteriormente. Dal lato delle politiche attive le cose non hanno funzionato come avrebbero dovuto a causa dei ritardi delle Regioni. Le faccio l’esempio dell’Abruzzo, che avrebbe dovuto assumere 255 nuovi operatori nei centri per l’impiego entro la fine del 2021 e ad agosto di quest’anno ne aveva contrattualizzati soltanto 6, ossia il 2%. Ciò premesso, secondo le stime dello Svimez il prossimo anno ci saranno 700mila poveri in più a causa dell’inflazione. Di fronte a tale scenario, il Governo taglia questa cintura di protezione sociale a più di 800mila persone in un sol colpo e contestualmente non investe risorse nel Mezzogiorno, dove la disoccupazione è storicamente più alta e dove vive la maggioranza di queste persone. Una strada pericolosa”.

Il vostro leader, Giuseppe Conte, ha detto di temere disordini sociali col venir meno del sussidio agli indigenti. E che il M5S serve proprio ad evitare lo scoppio di questa bomba sociale. Ci spiega meglio?
“Il nostro obiettivo è dare rappresentanza a coloro che dalla politica si sono visti sempre voltare le spalle. Il Rdc è l’unica forma di reddito minimo garantito che esiste in Italia, una misura prevista anche dal ‘Pilastro europeo dei diritti sociali’. Ma proprio mentre la Commissione europea chiede agli Stati di rafforzare lo strumento visto l’aumento dei prezzi dell’energia e dell’inflazione, il Governo lo cancella”.

Conte ha incontrato Confindustria e Cgil. Dal mondo del lavoro a quello del sistema produttivo questa Manovra non dà le risposte giuste?
“Parliamo di una Manovra che a detta dello stesso ministero dell’Economia stanzia risorse contro il caro bollette solo per i primi tre mesi del 2023 e, come ripeto, non contiene investimenti, con conseguente impatto nullo sulla crescita. Nessuno può considerarsi soddisfatto”.

Parliamo di Voucher. Aggraveranno la situazione di precarietà che affligge il nostro mercato del lavoro?
“È, di fatto, la legalizzazione della precarietà e dello sfruttamento. Il tutto in un Paese che già conta circa 3 milioni di contratti a termine, il 12% di lavoratori poveri e 360mila giovani che guadagnano meno di 876 euro al mese. Presenteremo un emendamento, che porterà la mia firma, per cancellare questa norma”.

Sul Superbonus confida che riuscirà a far qualcosa il governo almeno per sbloccare la cessione dei crediti incagliati?
“Considerando quanti esponenti di Fdi, Lega e FI la scorsa legislatura hanno partecipato alle manifestazioni pro Superbonus come minimo ci si dovrebbe aspettare interventi migliorativi. Ma mi pare che il richiamo delle poltrone ministeriali abbia già chiuso nel cassetto quelle posizioni. Noi abbiamo presentato proposte per recuperare il Superbonus al 110% sui condomini nel 2023 come era prima, perché uno Stato non deve violare in corsa un patto con i cittadini. Quanto allo sblocco della cessione dei crediti fiscali abbiamo proposto la possibilità per le banche di usarli a parziale compensazione degli F24 dei clienti. E abbiamo proposto la creazione di un sistema informatico di certificazione dei crediti, perché questi, una volta certi e regolari, devono poter circolare liberamente”.

È giusta la richiesta del governo di rivedere il Pnrr?
“Prima il Governo faccia un’ampia operazione di trasparenza. Pubblichi un cruscotto on line per far capire a tutti i cittadini quali e quanti ritardi sono stati accumulati”.

 

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