Tortura e cannabis. Le eterne promesse in fumo. Alfano fa saltare l’introduzione del reato, mentre Lupi presenta 1.300 emendamenti per bloccare la legalizzazione delle droghe leggere

Era atteso da 30 anni. Ma pure ieri il testo che avrebbe introdotto il reato di tortura nel codice penale è saltato. Strada in salita anche per la cannabis.

Era atteso da 30 anni. Ma anche oggi il testo che avrebbe introdotto il reato di tortura nel codice penale italiano è saltato. Secondo quanto si apprende, in mattinata c’è stato un incontro tra il Guardasigilli Andrea Orlando e i componenti dem della Commissione giustizia di palazzo Madama. A passare è stato l’orientamento di far slittare il voto per evitare ulteriori tensioni con Ncd che chiede modifiche al provvedimento, specie per non “aizzare” le forze dell’ordine – perlomeno così dicono – in tempo di minaccia terroristica.

Nel frattempo, anche l’approvazione del testo sulla liberalizzazione della cannabis si fa più complicata del previsto. Alla Camera sempre l’Area Popolare ha presentato la bellezza di 1.300 emendamenti contrari, col chiaro obiettivo di fare ostruzionismo.

La mole di emendamenti, infatti, serve a “dire no all’assurda proposta sulla cannabis – ha detto chiaramente il presidente dei deputati diArea popolare, Maurizio Lupi – Siamo assolutamente contrari alla legalizzazione, al messaggio che si vuol far passare, che ci si può fare uno spinello liberamente senza problemi. Per questo non condividiamo per niente la ratio e l’impianto del provvedimento in discussione alla Camera, né dal punto di vista della salute pubblica né da quello del contrasto alla criminalità organizzata”.  “Le nostre modifiche – ha proseguito Lupi – sono rivolte a riaffermarealcuni principi cardine: non esistono droghe leggere, fannotutte male. L’uso terapeutico è un’altra cosa che trova ilnostro sostegno sul piano della salute pubblica”.