“Torture sui detenuti palestinesi”, il dossier che accusa Israele. Ira di M5S: “Meloni ritrovi la parola e condanni Netanyahu”

“Torture sui detenuti palestinesi”, il dossier che accusa Israele. Che intanto continua a bombardare la Striscia di Gaza

“Torture sui detenuti palestinesi”, il dossier che accusa Israele. Ira di M5S: “Meloni ritrovi la parola e condanni Netanyahu”

Da un lato, gli arresti illegali di civili palestinesi, che sarebbero stati sottoposti a trattamenti disumani e torture da parte delle truppe israeliane; dall’altro, i bombardamenti nella Striscia di Gaza, che causano l’ennesima strage di questa brutale guerra. Non c’è fine all’orrore, dopo la pubblicazione da parte del Centro palestinese per i diritti umani (PCHR) di un rapporto che documenta “l’uso sistematico della tortura e del trattamento disumano dei palestinesi di Gaza detenuti da Israele dal 7 ottobre 2023”.

Il rapporto, intitolato Tortura e genocidio: il futuro infranto degli ex detenuti palestinesi a Gaza, si basa sulle testimonianze di oltre 100 ex detenuti, tra cui 10 donne, e sulle visite legali a 53 persone ancora in custodia, da cui è emersa una fotografia shock dell’operato delle truppe fedeli a Benjamin Netanyahu.

Secondo quanto si legge nel dossier, accompagnato da immagini terrificanti che documentano l’accaduto, il trattamento riservato ai civili di Gaza “equivale a tortura” e sarebbe “parte integrante del genocidio in corso contro il popolo palestinese”. Il rapporto – che chiede l’intervento della Corte penale internazionale – elenca una lunga serie di illeciti attribuiti allo Stato ebraico, tra cui arresti arbitrari di massa, detenzioni illegali in quanto “prive di accuse”, torture (percosse, elettrocuzioni, sospensioni) e, infine, episodi di violenza sessuale.

“Torture sui detenuti palestinesi”, il dossier che imbarazza Israele. Ira di M5S: “Meloni ritrovi la parola e condanni Netanyahu”

Un dossier che ha indignato l’opinione pubblica mondiale e che i parlamentari M5S delle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato hanno deciso di portare al centro del dibattito italiano, affermando: “Pestaggi feroci, mutilazioni, scariche elettriche, abusi sessuali e altre orrende torture. Tecniche disumane e illegali sistematicamente utilizzate dai militari israeliani su tutti i prigionieri palestinesi catturati a Gaza, centinaia dei quali risultano ‘desaparecidos’. La denuncia del noto e rispettato Palestinian Center for Human Rights, corredata da centinaia di testimonianze da pelle d’oca, è un pugno allo stomaco, un colpo al cuore per chiunque si consideri un essere umano e non una bestia”.

“Ci chiediamo se il silenzio imbarazzante e indecente di Meloni sul genocidio di Gaza proseguirà anche su queste torture”, incalzano i pentastellati poche ora prima del premier time di oggi. Come Nicola Fratoianni di AVS, che in un post di stamattina sui social scrive: “Il criminale di guerra Netanyahu ha gettato la maschera (…) Meloni e soci continueranno a fare finta di nulla? Vogliono essere complici dello sterminio di un popolo?”.

Altro bagno di sangue nella Striscia di Gaza

Malgrado il pressing dell’opinione pubblica internazionale, il governo israeliano non sembra affatto intenzionato a frenare le operazioni militari nella Striscia di Gaza. Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha promesso di “continuare a dare la caccia ad Hamas e ai suoi leader”, aggiungendo che “non permetteremo all’organizzazione terroristica di usare ospedali e strutture umanitarie a Gaza come rifugi e quartier generali” e che la guerra potrà dirsi conclusa solo quando Israele avrà raggiunto “tutti gli obiettivi della guerra”, a partire “dal rilascio di tutti gli ostaggi” fino “alla resa totale di Hamas”.

Parole che, purtroppo, non sono rimaste solo sulla carta: l’esercito israeliano (IDF) ha pesantemente bombardato obiettivi a Jabaliya, nel nord di Gaza, e nell’area di Al-Mawasi, a ovest di Khan Younis, nel sud della Striscia, causando – secondo Al Jazeera – oltre 60 vittime.

Tra i bersagli dell’aviazione di Tel Aviv spicca l’ospedale europeo di Khan Younis, dove, secondo l’IDF, si nascondeva Mohammad Sinwar, leader di Hamas e fratello del defunto Yahya Sinwar. Tuttavia, non è chiaro se Mohammad fosse effettivamente nella struttura e, in tal caso, se sia caduto sotto il fuoco israeliano.