Tra pandemia e missioni estere. Il generale Figliuolo si fa in due. Il Commissario per l’emergenza Covid promosso da Guerini a capo del Comando operativo interforze

Il generale Francesco Paolo Figliuolo dal 19 gennaio è alla guida del Covi (Comando operativo di vertice interforze) di Roma.

Tra pandemia e missioni estere. Il generale Figliuolo si fa in due. Il Commissario per l’emergenza Covid promosso da Guerini a capo del Comando operativo interforze

Il generale Francesco Paolo Figliuolo dal 19 gennaio è alla guida del Covi (Comando operativo di vertice interforze) di Roma una nomina strategica che consentirà al commissario straordinario dell’emergenza pandemica di occuparsi oltre che della campagna vaccinale anche di tutte le missioni all’estero e della delicatissima crisi in Ucraina (Leggi qui cosa sta succedendo fra Russa e Ucraina).

Figliuolo, scelto dal premier Mario Draghi per sovrintendere all’andamento della campagna vaccinale, degli acquisti di farmaci, vaccini, banchi, mascherine e di tutto cio di cui necessitano le regioni per contrastare la pandemia, cumulerà dunque ad un impegno già di per sé gravoso, anche il nuovo incarico ottenuto su proposta del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Una nomina che ha tutta l’aria di una “promozione” per il suo ruolo di commissario. Coordinare il Comando operativo di vertice interforze che è alle dirette dipendenze del Capo di Stato Maggiore della Difesa, non a caso, è una delle massime cariche a cui un generale può aspirare.

ALTI INCARICHI. Il quartier generale del Covi si trova nell’aeroporto di Centocelle a Roma e presiede alla pianificazione e al coordinamento delle esercitazioni interforze e multinazionali delle forze armate con tutte le attività ad esse collegate. Le forze speciali del Covi inoltre forniscono il loro contributo alla Nato e ad altre Organizzazioni internazionali. Il centro interforze infatti è deputato a svolgere la funzione di Comando nazionale per i teatri di operazione nei cinquedomini di terra, mare, cielo, spazio e cyber. Attualmente i militari e le risorse del Covi sono operativi in 34 missioni e in 21 paesi all’estero.

E già prima della nomina di Figliuolo si occupava della struttura di pianificazione, coordinamento e direzione di tutti i supporti delle forze armate al ministero della Salute, struttura commissariale, Protezione civile, ministero dell’Interno, Croce Rossa e Regioni per la campagna vaccinale e le altre azioni di contrasto al Covid-19. “Una personalità come Figliuolo può ricoprire entrambi gli incarichi, ma quando c’è un’operazione di Protezione civile ad esempio la Difesa mette a disposizione le propria organizzazione sotto il coordinamento della Presidenza del Consiglio.

In questo modo il generale da una parte è coordinato dalla Presidenza del Consiglio e dall’altra coordina attraverso il Covi se stesso. È una cosa un po’ particolare che non era mai successa. Non ricordo infatti situazioni del genere. Ma ripeto sono convinta che sia perfettamente in grado di svolgere al meglio entrambi gli incarichi”, spiega a La Notizia Elisabetta Trenta, ex ministro della Difesa del Governo Conte I. La campagna vaccinale ha inciso sulla carriera del generale Figliuolo?

ONORI E ONERI. “Certamente il modo in cui ha condotto la campagna vaccinale ha dato più forza al Generale ma era già tra i primi ufficiali in lizza per gli incarichi importanti. Una cosa grande come quella dell’emergenza Covid però influisce sul percorso di avanzamento di carriera di un generale – prosegue la Trenta – . Io credo che sia stato nominato a guida del Covi per non svantaggiarlo. Finito il suo incarico di commissario straordinario magari con la sua età non sarebbe potuto rientrare in una delle nomine ai vertici della Difesa. È chiaro che continuando a tenere un ufficiale di così alto livello al di fuori della linea operativa delle forze armate così a lungo, significa fargli perdere la possibilità di terminare la sua brillante carriera come merita”.