Dovrebbero mettersi d’accordo l’Europa, con tanto di volenterosi al seguito, e in generale tutto il fronte Occidentale sulla narrazione che fanno della Russia di Vladimir Putin.
Da una parte ci dicono che la Federazione russa è in caduta libera, economicamente e militarmente, dall’altra però continuano a dirci che Mosca rappresenta una concreta minaccia per il mondo e per l’Europa, paventando fantomatiche invasioni future di Paesi sovrani. Ma le due cose non vanno d’accordo. Se è debole come ci raccontano come potrebbe poi avere le forze per attaccare l’Europa?
La Russia descritta come un gigante fragile e in caduta libera
Grande enfasi hanno dato i giornali all’allarme lanciato qualche giorno fa dal ministro dello Sviluppo Economico, Maxim Reshetnikov, che durante un intervento a un convegno a San Pietroburgo ha parlato apertamente del rischio recessione.
“I dati mostrano un rallentamento – ha dichiarato – e, stando alle attuali valutazioni, siamo già sull’orlo della recessione”.
Secondo il Fondo monetario internazionale, il Pil nazionale ha registrato nel 2024 una crescita del 3,8%, ma per il 2025 è prevista una frenata all’1,5%. Insomma secondo tutti i più prestigiosi quotidiani, a partire dal Financial times, l’economia russa è indebolita: basse aspettative di crescita, alta inflazione, tassi e deficit in aumento, riserve in esaurimento.
Ma poi la rappresentano come una minaccia per un attacco in Europa
“Sanzionare la flotta ombra ha avuto un impatto particolarmente significativo. Ogni sanzione indebolisce la capacità della Russia di combattere. La Russia vuole farci credere di poter continuare questa guerra per sempre, ma semplicemente non è vero”, ha sottolineato l’Alta rappresentante dell’Ue, Kaja Kallas, commentando il diciottesimo pacchetto di misure contro la Russia.
Mosca, ha aggiunto, finora “ha perso decine di miliardi di dollari di entrate petrolifere, la sua economia si sta contraendo e il suo Pil è crollato”.
“Dopo il nostro ultimo pacchetto di sanzioni – ha indicato ancora l’ex premier estone -, le esportazioni di petrolio dalla Russia attraverso le rotte del Mar Nero e del Mar Baltico sono diminuite del 30% in una sola settimana, mentre a maggio il fondo sovrano russo si è contratto di 6 miliardi di dollari, passando da 42 a 36, e potrebbe esaurire le risorse entro il prossimo anno”.
Ma se la narrazione è questa su Mosca, gli stessi volenterosi, e chi per loro, ci dovrebbero spiegare come sia credibile parlare di una Russia che possa lanciare nuove “invasioni future”. Allora delle due l’una: o la narrazione è sballata o sono falsi gli allarmi sulla minaccia russa.