Troppi ritardi e zero trasparenza. Anche il sito del Pnrr è fermo

In materia di trasparenza il Pnrr non sta affatto brillando. La data di aggiornamento del sito è ferma ancora al 31 dicembre 2021.

Magari saranno davvero centrati tutti gli obiettivi, come si affannano a garantire in coro i ministri insieme al presidente del Consiglio, Mario Draghi. Ma in materia di trasparenza il Piano nazionale di ripresa e resilienza non sta affatto brillando. La conferma arriva dal sito Italia Domani, quello predisposto per il monitoraggio dell’attuazione del Pnrr.

In materia di trasparenza il Pnrr non sta affatto brillando

La vicenda non è passata inosservata alla Camera: il deputato del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Brescia, ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Economia, Daniele Franco. La richiesta è semplice: un cambio di passo sulla pubblicazione e la consultazione dei dati.

Perché in assenza di un aggiornamento puntuale, i cittadini così come i parlamentari non hanno la possibilità di verificare lo stato dell’arte. “Sul Pnrr non si può scherzare. Attuazione e trasparenza sembrano due oneri meramente burocratici, ma non è così”, dice Brescia a La Notizia.

Sul portale ci sono le “milestone” e i target programmazione del Pnrr. E come riferisce l’atto depositato a Montecitorio “dall’esame dei file al momento disponibili nella sezione Catalogo Opendata si rilevano” vari “aspetti problematici”. Nel dettaglio sul file che parla della programmazione “mancano informazioni sullo stato di avanzamento delle scadenze europee e italiane, senza cui è impossibile conoscere lo stato di completamento di misure e sottomisure”. E ancora sulla parte relativa ai progetti “non vi sono indicazioni circa gli importi effettivamente erogati”.

La data di aggiornamento del sito Italia Domani è ferma ancora al 31 dicembre 2021

La data di aggiornamento è ferma ancora al 31 dicembre 2021. E, almeno nei resoconti consultabili, il Pnrr sembra bloccato a cinque mesi fa. Sempre nell’interrogazione si fa notare che in merito alla localizzazione ci sono “soltanto 3 progetti su 5.246”. La lista delle mancanze si arricchisce con altri elementi: non ci sono notizie “sui soggetti aggiudicatari dei bandi” e “sono presenti informazioni soltanto su 4 gare e la data di osservazione”. Un quadro non proprio esaltante.

Per capirci qualcosa occorre affidarsi a strutture indipendenti. Così, stando alla piattaforma Open Pnrr predisposta da Openpolis, non mancano criticità al di là della trasparenza. A un mese dalla chiusura del secondo trimestre, nel complesso, le riforme previste al 50,15% sono al 37,78%.

Nelle prossime settimane occorre un’accelerazione per recuperare i 13 punti arretrati. In materia di investimenti, poi, il target è di 24,89% e il dato raccolto si attesta al 20,09%. Un capitolo su cui c’è tanto da fare arretramento è quello della digitalizzazione, affidato principalmente al ministro dell’Innovazione, Vittorio Colao (nella foto).

L’obiettivo degli investimenti, previsto entro il 30 giugno, è del 28,36%: la fotografia dell’esistente parla di una cifra al 14,36%, praticamente la metà. Sulla Giustizia, dossier nelle mani della ministra Marta Cartabia, invece preoccupa la voce “riforme”: la soglia fissata per il secondo trimestre 2022 è del 55%, il contatore di Open Pnrr è fermo al 26,67%.

Non brilla nemmeno la transizione ecologica, guidata da Roberto Cingolani: il target delle riforme è all’80,34%, la situazione attuale è al 55,26%. E anche alla voce investimenti occorre colmare un gap di circa 3 punti.