di Giuseppe Cantore
Il destino del consigliere regionale del Pdl, Adriano Palozzi, è nelle mani del Gip di Roma. L’udienza di oggi stabilirà se disporre nuove indagini, ordinare al pubblico ministero di formulare il capo d’accusa oppure archiviare il procedimento. L’ex sindaco di Marino, infatti, è indagato per tentata truffa in concorso e continuata fino al 2012. I fatti risalgono al 2007.
Alcuni proprietari di terreni edificabili decidono di costruire, incontrando subito però difficoltà burocratiche insormontabili che di volta in volta prospettate dall’amministrazione comunale.
Dal Comune di Marino “consigliano” ai possessori dell’aera di affidarsi alla Società Villadolt 99 Srl di Mauro Giannini che avrebbe provveduto a eliminare ogni ostacolo. In particolare la pratica è affidata al geometra Michele D’Ambrogio, della Ge.Im immobiliare Srl, socio in affari al 50 per cento della moglie del sindaco Palozzi.
Una lunga serie di problemi
Convinti dalla necessità di vendere, i proprietari stipulano con la Villadolt un contratto preliminare per la vendita dei terreni edificabili per 12.500 metri cubi e con un valore commerciale di oltre 4 milioni e mezzo di euro. Sarebbero sorti circa 60 appartamenti, facenti parte di un piano di lottizzazione convenzionata. Fino a qui tutto regolare ma a sei mesi dalla firma sorgono altre questioni, questa volta ambientali legate alla viabilità di accesso al lotto. Una storia infinita fatta di dissensi e richieste di ulteriori accertamenti. Eppure nella Conferenza dei servizi, che di fatto autorizzava alla redazione del piano urbanistico, non aveva sollevato alcun dubbio. Quindi si sarebbe potuto costruire tranquillamente così come scritto nel certificato di destinazione urbanistica rilasciato dall’ingegner Stefano Pedrini, responsabile comunale del procedimento di pianificazione urbanistica. Nella conferenza dei servizi, inoltre, viene stabilito di fornire ai proprietari dell’area bozza di convenzione con il Comune di Marino. Bozza che, però, non è mai arrivata ai possessori del terreno.
I dubbi
Quando, ancora una volta la burocrazia sembra un muro insormontabile ecco che arriva la soluzione, a condizione che i proprietari rinuncino a parte della cubatura inizialmente stabilita. Quattro mila metri cubi devono essere lasciati liberi. Che fine avrebbero fatto questa cubatura, che ha un valore commerciale di oltre un milione e mezzo di euro?
Nessuno lo sa, ma il sospetto di un proprietario, che ha sporto denuncia alla Procura di Velletri e a quella di Roma, è che quella cubatura potesse finire nelle mani della Villadolt che a sua volta l’avrebbe utilizzata a fini commerciali.
Il procedimento
Il sospetto è però suffragato da prove: registrazioni che inchioderebbero tutti gli attori delle vicenda, compreso Adriano Palozzi che in una conversazione con i proprietari avrebbe intimato la restituzione dell’anticipo versato dalla Villadolt.
In seguito alla iscrizione dell’ex sindaco nel registro degli indagati, il Pm chiede e ottiene dal Gip di Roma l’archiviazione del procedimento. Ma lo stesso esposto procede anche nella Procura di Velletri, il cui Pm giunge a conclusioni diverse dal suo collega romano, prospettando il reato di tentata truffa aggravata. A questo punto viene sollevata l’eccezione di competenza territoriale che torna a Roma. Intanto i proprietari contesto l’assoluta mancanza di indagini e riguardo e presentano opposizione formale all’archiviazione. Spetterà ora al Gip di Roma decidere le sorti del neo consigliere regionale del Pdl. Sembra proprio che dopo la vicenda Fiorito e Maruccio la Pisana non conosca pace.