La civiltà europea è a rischio “cancellazione” a causa di decenni di declino economico, censura politica e immigrazione; gli Stati Uniti non saranno più la potenza chiamata a garantire l’ordine globale; l’Europa dovrà prendere in mano la Nato e pensare in prima persona alla propria sicurezza. Sono alcuni dei passaggi centrali di quello che lui stesso ha battezzato il “Corollario Trump” alla Dottrina Monroe, ovvero il documento sulla Strategia per la Sicurezza Nazionale, pubblicato ieri dal presidente statunitense, Donald Trump.
Un’Europa irriconoscibile tra 20 anni
Nelle 29 pagine Trump muove un pesantissimo attacco all’Europa. Secondo Washington i fallimenti culturali e politici dei Paesi europei rappresentano una minaccia maggiore per lo stile di vita del Vecchio Continente rispetto alle sue scarse performance economiche. “Questo declino economico è eclissato dalla prospettiva reale e più netta della cancellazione della civiltà”, si legge. “Se le tendenze attuali dovessero continuare, il continente sarà irriconoscibile tra 20 anni o meno“.
Per Trump il Vecchio Continente deve prendere in mano la Nato e difendersi da solo
Ma gli Usa puntano il dito anche contro il ruolo della Nato, che non deve essere più percepita “come alleanza in continua espansione”. In una visione del mondo che rimette al centro lo Stato-nazione e ridimensiona il ruolo delle istituzioni sovranazionali, la Casa Bianca considera Bruxelles parte del problema più che della soluzione.
Tra le priorità della politica complessiva degli Stati Uniti per l’Europa c’è il ripristino delle “condizioni di stabilità all’interno dell’Europa e la stabilità strategica con la Russia”, “consentire all’Europa di stare in piedi da sola e operare come un gruppo di nazioni sovrane allineate, prendendo la responsabilità principale della propria difesa, senza essere dominata da alcuna potenza avversaria” e “porre fine alla percezione, e prevenire la realtà, di una Nato come alleanza in perpetua espansione“. Immancabile l’auspicio di una maggiore apertura dei mercati dell’UE ai beni e servizi americani…
Nel documento trumpiano l’Europa appare più come un teatro saturo, dal quale sganciarsi e da lasciare al proprio destino, per concentrare le risorse nel Continente americano.
Gli Stati uniti non faranno più i poliziotti del mondo
“L’Europa rimane strategicamente e culturalmente vitale per gli Stati Uniti”, afferma il rapporto. “Non solo non possiamo permetterci di escluderla, ma farlo sarebbe controproducente per gli obiettivi che questa strategia si propone di raggiungere”. Tuttavia, afferma la dottrina Trump, gli Usa smetteranno di fare i poliziotti del mondo, concentrando la loro azione al “cortile di casa”.
Pechino resta il principale avversario, ma il documento annuncia esplicitamente una “ri-regolazione della nostra presenza militare globale per affrontare le minacce urgenti nel nostro emisfero, allontanandoci da teatri la cui importanza relativa per la sicurezza nazionale americana è diminuita”. In altre parole: meno impegno in aree considerate secondarie, più attenzione all’America Latina, vista come fronte cruciale per il controllo dei flussi migratori, della criminalità organizzata e delle risorse strategiche.
Insorge la Germania: “Non abbiamo bisogno dei consigli di Washington”
Un vero e proprio rivolgimento politico, che non ha tardato a suscitare le risposte inviperite degli europei. Il primo a parlare è stato il ministro degli Esteri, Johann Wadephul, per il quale la Germania non ha bisogno di “consigli dall’esterno”. Per il capo della diplomazia tedesca, “Argomenti come la libertà di espressione o l’organizzazione delle nostre società libere” non possono essere discussi da Washington”.
“Non riteniamo nemmeno che qualcuno debba darci consigli al riguardo, perché questo è regolato dal nostro ordinamento costituzionale”, ha aggiunto il ministro conservatore. “Gli Stati Uniti sono e rimarranno il nostro alleato più importante nell’alleanza (Nato)”, ha aggiunto Wadephul, ma quest’ultima è “incentrata su questioni di difesa e sicurezza”.
La Germania, ha continuato Wadephul attribuisce “grande importanza” anche alla presenza di media liberi sul suo territorio, un altro recente motivo di controversia con Washington. A settembre, il capo della diplomazia tedesca aveva invocato una stampa ‘libera’, “anche” negli Stati Uniti, quando la Casa Bianca stava valutando la possibilità di ridurre la durata dei visti per i giornalisti stranieri.