Tsipras fa già meno paura. Il mercato scommette sull’intesa tra Atene e Ue. L’effetto Bce riprende così a spingere i mercati

La Borsa di Atene inverte rotta (ieri è risalita del 3,16% dopo una serie di sedute disastrose) e le piazze finanziarie europee chiudono positive. La scommessa degli investitori è che le trattative tra l’Europa e il neo premier greco Alexis Tsipras consentano di trovare una soluzione comune alla crisi del Paese. E ha rassicurato in questo senso l’incontro del nuovo capo del governo ellenico con il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. Milano ne ha approfittato per chiudere le contrattazioni a +0,56% nonostante siano andate male le azioni del comparto petrolifero, risentendo della debolezza del greggio (il prezzo del wti è crollato sotto la soglia dei 44 dollari al barile). Così Eni ha lasciato sul parterre l’1,78% e Saipem il 4,5%.

ALLARME A SIENA
Hanno inoltre perso un ulteriore 5,66% le azioni del Monte dei Paschi di Siena, complice l’effetto della fine del divieto di vendite allo scoperto e soprattutto il timore tra gli operatori che alla fine la ricapitalizzazione attesa nelle prossime settimane sarà più consistente dei 2,5 miliardi decisi nei mesi scorsi. Sono invece state gettonate le Finmeccanica (+3,68%) e le Wdf (+8,98%), quest’ultime sull’ipotesi che si profilino a breve operazioni straordinarie. In rialzo anche St (+3,8%) e Telecom Italia (+1,7%). Quest’ultima nel giorno in cui i vertici dell’azienda sono volati in Brasile dove il mercato attende imminenti novità per la partecipata Tim Participacoes e per i progetti eventuali di integrazione con Oi.
Milano ha beneficiato anche del buon esito dell’asta dei titoli di stato: il Tesoro ha collocato 6,5 miliardi di euro di Btp a dieci e cinque anni, con rendimenti scesi su nuovi minimi storici. Così Piazza Affari ha fatto meglio del resto d’Europa: Parigi è salita infatti dello 0,44%, Madrid dello 0,48% e Francoforte dello 0,25%. Quest’ultima ha risentito del brutto dato sull’indice dei prezzi di gennaio, calati su base mensile dell’1% e su base annua dello 0,3%. In pratica anche la Germania è piombata in deflazione. È inoltre andata giù Londra (-0,32%), risentendo anche dell’andamento volatile di Wall Street all’indomani delle indicazioni della Federal Reserve.

LOBBY POPOLARI
Tornando ai temi caldi di Piazza Affari, hanno battuto la fiacca le azioni della Banca popolare di Milano (-2,59%) e del Banco Popolare (-0,6%), dopo la volata dei giorni scorsi e mentre il mercato attende novità sulla riforma degli istituti popolari, con Assopopolari che intanto sta cercando di definire un modello ibrido alternativo a quello proposto dal Governo Renzi. Progetto che però procede con difficoltà per la resistenza di alcuni istituti del tutto contrari all’abolizione del voto capitario in assemblea (ogni azionista un voto indipendentemente dalla quantità delle azioni possedute). In gioco c’è la stessa sopravvivenza degli attuali blocchi di controllo (manager e sindacati). Fino all’ultimo sarà dunque scontro di lobby contro il Governo.