Il post pubblicato questa mattina da Matteo Renzi è chiaro: “Prima si dimette, meglio è. Per lui ma anche per la credibilità delle istituzioni europee”. Il “lui” è il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem che ieri ha detto riferendosi ai Paesi del Sud Europa che “non puoi spendere i soldi in alcol e donne e poi chiedono aiuto”. Una metafora per dire che – secondo il presidente dei ministri delle Finanze dell’Eurozona – gli Stati membri del Mediterraneo non spendono a dovere i fondi. Ma la forma è anche sostanza soprattutto se si ricopre una carica istituzionale così prestigiosa che peraltro rappresenta l’intera Unione Europea. “Ha perso una ottima occasione per tacere – è il commento di Renzi – In una intervista a un quotidiano tedesco si è lasciato andare a battute stupide – non trovo termine migliore – contro i Paesi del sud Europa a cominciare dall’Italia e dalla Spagna. Penso che gente come Dijsselbloem, che pure appartiene al partito socialista europeo anche se forse non se ne è accorto, non meriti di occupare il ruolo che occupa. E prima si dimette meglio è. Per lui ma anche per la credibilità delle istituzioni europee”.

“Se vuole offendere l’Italia – scrive ancora l’ex capo del governo – lo faccia al Bar Sport sotto casa sua, non nel suo ruolo istituzionale. E penso anche che la nostra proposta di fare primarie per i ruoli di responsabilità in Europa sia fondamentale e spero sia rilanciata da tutti: Jeroen ha visto il suo partito passare alle ultime elezioni dal 25% al 5%. Il che la dice lunga sul fatto che è giusto combattere i populisti ma bisogna farlo senza smettere di essere popolari. Altrimenti si diventa ingranaggi della tecnocrazia. Ci sono leader in Europa che faticano a prendere il voto dei parenti stretti: è l’ora di avere più democrazia, ovunque”. Renzi ricorda che nella settimana che ricorda i Trattati di Roma che dettero il via alla fondazione della Comunità Europea serve “più Europa”.

Ieri a chiedere le dimissioni di Djisselbloem era stato il Movimento Cinque Stelle e a parlare di “parole vergognose” era stato anche Gianni Pittella (Pd), capogruppo dei Socialisti e Democratici che includono anche il Pse di cui fa parte il ministro olandese. Al coro di protesta si aggiunge ora anche il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta.