Tweet amaro di Di Battista. “Ne valeva la pena?”. Di Maio lo difende e prova a ricucire. I Cinque Stelle sono in debito con lui

Tweet amaro di Di Battista. “Ne valeva la pena?”. Di Maio lo difende e prova a ricucire. I Cinque Stelle sono in debito con lui

Nessuna spaccatura e nessuna fuga dal Movimento 5 stelle per dar vita a un nuovo M5S guidato dal Alessandro Di Battista. La scelta di Dibba di fare un passo indietro davanti al via libera al Governo Draghi data dalla consultazione su Rousseau sta scuotendo la base pentastellata, ma i 5S, partendo da Luigi Di Maio, stanno lavorando affinché quello dell’ex deputato sia un arrivederci più che un addio. Il Movimento è cresciuto e anche in vista del nuovo esecutivo ha scelto la strada della responsabilità di cui ha bisogno un Paese alle prese con la crisi sanitaria ed economica. Passaggi ben compresi sia da chi tra i 5 Stelle è impegnato nelle istituzioni che da larga parte della base.

IL PUNTO. “Non posso fare altro che farmi da parte e mandare gli in bocca al lupo ai miei ex colleghi e a questo governo, nel quale non credo, perché convinto che la composizione “con tutti quei partiti che ho contrastato”, non sia “una cosa buona per l’Italia”, ha dichiarato giovedì scorso Di Battista. Lo stesso Dibba non ha però voluto rompere completamente, precisando che se Mario Draghi porterà a casa dei buoni risultati anche lui sarà pronto a sostenere il nuovo esecutivo.

Una posizione difficilmente conciliabile con l’ipotesi di chi va sostenendo che vi sia già la fila alla porta dell’ex deputato per creare un nuovo soggetto con cui rimettere in campo il Movimento delle origini. “Di Battista è fondamentale per il Movimento”, ha affermato Davide Casaleggio, aggiungendo che chi oggi guida l’azione politica del M5S dovrà fare in modo di non gestire questo momento con arroganza oppure la larga parte contraria alla scelta fatta su Rousseau potrebbe allontanarsi, ma la partita giocata dal figlio del fondatore è da tempo lontana dall’azione e dai progetti dei pentastellati, avendo tra l’altro poco gradito la richiesta di maggiore trasparenza nei rapporti tra M5S e la sua azienda.

L’INTERVENTO. A calmare gli animi e soprattutto a ricucire è stato Di Maio, che anche dopo aver lasciato la guida del Movimento continua ad essere il vero timoniere dei pentastellati ormai trasformatisi in classe di governo, capaci di tradurre nelle aule parlamentari e a Palazzo Chigi le battaglie di sempre in provvedimenti con cui stanno man mano cambiando un Paese. “Con Alessandro – ha scritto in un affettuoso post su Facebook il ministro degli esteri – conservo i più bei ricordi degli ultimi otto anni. Anche quelli più tristi e difficili. E per questo saremo sempre uniti da un profondo legame. Quando ieri mi ha annunciato la sua intenzione di farsi da parte è stata dura accettarlo”.

Di Maio ha ricordato le battaglie civili e sociali portate avanti insieme all’ex deputato e la spinta all’approvazione di “leggi cruciali”. A chi si è lasciato andare a critiche troppo aspre ha quindi chiesto rispetto per la scelta di Dibba e ha aggiunto che con lui M5S “sarà sempre in debito”.