“Ucraina in Ue ma fuori dalla Nato”. E Putin apre sulle garanzie a Kiev

Il segretario generale della Nato soffia sul fuoco. “L’esercito russo cresce e non certo per le parate militari”

“Ucraina in Ue ma fuori dalla Nato”. E Putin apre sulle garanzie a Kiev

Vladimir Putin rinsalda nella sua missione in Cina i rapporti col suo “amico” Xi Jinping – anche commerciali come dimostra l’accordo Russia-Cina per il nuovo gasdotto Power of Siberia 2 – e ostenta un rinnovato asse con il premier indiano Narendra Modi. Non solo.

Sostiene con forza il lancio da parte di Xi della ‘Global governance initiative’, l’ambizioso piano per un nuovo ordine mondiale capace di soppiantare quello Occidentale a guida Usa emerso dopo la Seconda guerra mondiale.

La Casa Bianca attacca l’India

Un riallineamento trilaterale che non è piaciuto al convitato di pietra del vertice in Cina: il presidente americano Donald Trump è tornato ad attaccare l’India. L’alleanza dell’India con la Cina e la Russia “è problematica”, ha detto il consigliere economico del presidente americano, Peter Navarro, definendo Putin e Xi Jinping “due dittatori”.

È partita all’attacco anche l’Europa. “Il sostegno della Cina alla guerra di aggressione russa continua a influire negativamente sulle nostre relazioni, anche perché Pechino contribuisce. Lo abbiamo chiarito anche a loro”, ha ribadito una portavoce della Commissione europea.

L’Ue contro Pechino e contro il premier slovacco

Bruxelles si è anche irritata per la visita del premier slovacco in Cina e il suo incontro con Putin. “Dobbiamo guardare alle opportunità per approfondire ed espandere la nostra cooperazione, per trovare aree in cui possiamo lavorare strettamente insieme”, ha detto Robert Fico allo zar.

La Commissione europea “non è rappresentata” dal primo ministro slovacco, ha detto una portavoce dell’esecutivo comunitario. Putin ha spiegato a Fico che non ha alcuna intenzione di attaccare l’Europa. “Per quanto riguarda i piani aggressivi della Russia nei confronti dell’Europa, voglio sottolineare ancora una volta che si tratta di una totale assurdità, priva di qualsiasi fondamento”, ha dichiarato il presidente russo.

Putin: no a Kiev nella Nato, sì nell’Ue. E apre alle garanzie di sicurezza per l’Ucraina

“Il fatto che si stia costantemente alimentando una sorta di isteria riguardo al presunto piano della Russia di attaccare l’Europa, credo, sia chiaro alle persone di buonsenso: è una provocazione o una totale incompetenza”, ha detto ancora Putin.

Lo zar ha anche spiegato di non essere mai stato contrario “all’adesione dell’Ucraina all’Ue. Per quanto riguarda la Nato è una questione completamente diversa, poiché riguarda la sicurezza a lungo termine della Russia”.

A Fico Putin ha detto che è anche possibile “trovare un consenso” sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina. “Ci sono opzioni – ha affermato Putin – per garantire la sicurezza dell’Ucraina in caso di fine del conflitto. Questo è stato anche oggetto della nostra discussione ad Anchorage (con il presidente Usa Trump). E mi sembra che qui ci sia la possibilità di trovare un consenso”.

Rutte alimenta lo scontro: l’esercito russo cresce e non per le parate

Ma al Putin pacifista non crede l’Europa e non crede la Nato. “Vediamo un enorme rafforzamento delle forze armate russe e non avviene per le parate militari a Mosca, è lì per essere usato, in Ucraina o altrove”, ha detto il segretario generale della Nato Mark Rutte.

Domani a Parigi torna a riunirsi – in formato misto, tra i partecipanti in presenza e quelli collegati in remoto (tra cui Giorgia Meloni) – la Coalizione dei Volenterosi, e nella capitale francese ci sarà anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky assieme a Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea.

Parallelamente ai Volenterosi, l’Ue sta ultimando la sua roadmap su difesa e sostegno a Kiev. I due temi sono legati e il piano della Commissione, oltre all’uso di Safe, prevede anche un più ampio utilizzo degli asset russi congelati e la messa a punto di un diciannovesimo pacchetto di sanzioni.

La Germania ha stigmatizzato la scelta di von der Leyen di discutere in pubblico dell’ipotesi di invio di soldati. Il tema è sensibile per il governo tedesco, che non ha ancora sposato apertamente la linea di Parigi e Londra. Roma, invece, già in più occasioni ha chiarito che non ritiene opportuna una iniziativa militare multinazionale di cuscinetto tra Ucraina e Russia.

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