Ucraina, Prodi: “Solo Usa e Cina possono mettere fine alla guerra. L’Italia decida se avere un ruolo attivo”

L'ex premier e presidente della Commissione Ue, Romano Prodi, ha parlato della guerra in Ucraina durante una lectio magistralis a Palermo.

Ucraina, Prodi: “Solo Usa e Cina possono mettere fine alla guerra. L’Italia decida se avere un ruolo attivo”

Il ritorno della guerra in Europa dopo tanti anni porta con sé cambiamenti notevoli, che coinvolgono ogni aspetto e non lasciano alcun paese escluso: come avviene dinanzi a ogni cambiamento serve adeguarsi, nel caso specifico adottando una linea comune di difesa e passando al vaglio ogni strumento possibile per trovare la pace. Lo sa bene Romano Prodi, ex presidente del Consiglio e della Commissione europea, che ha tenuto una lectio magistralis nella facoltà di Scienze politiche, a Palermo, nel corso della quale ha parlato a lungo della guerra in Ucraina.

Prodi: “L’Italia decida se avere un ruolo attivo”

La lunga esperienza internazionale di Prodi e la conoscenza in prima persona degli attori geopolitici hanno consentito di tracciare un quadro chiaro su come si sia arrivati a un conflitto di questa portata, nonché sugli obiettivi che Unione europea e Nato devono perseguire. Al di là delle mire di Vladimir Putin, per l’ex premier sarà la Cina a giocare un ruolo decisivo, dal momento che “gli interessi di Mosca e Pechino sono molto differenti, ma convergono in nome dell’opposizione comune agli Stati Uniti. Ora sarà fondamentale capire come la Cina deciderà di comportarsi sul conflitto ucraino: finora le posizioni espresse sono tutt’altro che chiare”.

Sui motivi che hanno spinto il presidente russo a rivolgere la propria attenzione alla Cina, Prodi torna indietro di vent’anni: “Quando ero a capo della Commissione europea e Putin si era appena insediato i rapporti con la Russia erano molto buoni – spiega -, Per un periodo addirittura la stampa russa parlò di una possibile adesione all’Ue, ma tale ipotesi venne subito stoppata sia dallo stesso Putin che dalla Nato. Con il tempo la politica estera russa, soprattutto in Cecenia e Crimea, ha reso sempre più tesi i rapporti con l’Ue e la Nato: è in questo contesto che Putin, anziché isolarsi ulteriormente, ha scelto la Cina come interlocutore privilegiato”.

Il conflitto in Ucraina è il punto più alto della politica estera aggressiva del presidente russo, che secondo Prodi avrebbe commesso due gravi errori strategici: “Da un lato era convinto che non avrebbe trovato alcuna resistenza da parte degli ucraini, dall’altro ha sottovalutato la reazione del mondo occidentale, che comunque non era preparato a un conflitto di questa portata – sottolinea l’ex premier -. Per uscire da questa situazione è fondamentale che le grandi potenze trovino un accordo: chiunque può fare da mediatore, ma finché l’Occidente e la Russia non convergono su una linea comune la guerra andrà avanti”.

“La guerra può cambiare in meglio le politiche di coordinamento e di difesa comuni”

Giungere a un accordo sembra tuttavia più difficile del previsto, soprattutto a causa delle visioni diverse tra gli stessi paesi europei. “Non ci sarà mai l’unanimità nell’Ue – afferma Prodi -: ci sono troppi interessi in gioco per mettere tutti d’accordo e gli inglesi, che lo avevano capito e ritenevano di avere gli strumenti per fare da sé, si sono tirati fuori. Tuttavia, la guerra può cambiare in meglio le politiche di coordinamento e di difesa comuni. Sarà fondamentale il comportamento dei paesi che guidano l’Unione: l’Italia deve decidere se stare tra questi e non essere più spettatore interessato, ma avere un ruolo attivo”.

“La Germania deve evitare di prendere iniziative per conto proprio – ha detto ancora l’ex premier Prodi -, come ha fatto sul riarmo, e capire che ogni decisione presa senza consultare gli Stati membri finisce per penalizzare l’Unione. Il ruolo più importante è certamente quello della Francia, che ha armi nucleari a disposizione e diritto di veto nel Consiglio di sicurezza Onu: dipenderà tutto dall’intelligenza politica e strategica di Emmanuel Macron“.