Bomba contro il generale Sarvarov, Mosca accusa gli 007 ucraini

La guerra in Ucraina non si ferma. A complicarla l'attentato dinamitardo contro il generale Sarvarov che per Mosca è opera degli 007 di Kiev

Bomba contro il generale Sarvarov, Mosca accusa gli 007 ucraini

Prima l’attentato contro Darya Dugina, figlia dell’ideologo della guerra russa Alexander Dugin; poi quello contro l’alto esponente delle forze nucleari e chimiche Igor Kirillov e, infine, l’esplosione che ieri ha causato la morte del generale russo Fanil Sarvarov. Si allunga la scia di sangue che sta colpendo l’entourage più vicino al presidente Vladimir Putin e che rischia di prolungare ulteriormente la guerra in Ucraina.

Ieri, infatti, è morto a causa della detonazione di un ordigno artigianale da circa 300 grammi di tritolo collocato sotto la sua auto il generale dello Stato maggiore e direttore del dipartimento di addestramento operativo delle forze armate Fanil Sarvarov. A darne notizia è l’agenzia di stampa Tass, citando la portavoce del comitato investigativo Svetlana Petrenko, secondo cui il militare è deceduto a causa delle gravi ferite riportate.

Un attacco dietro al quale, secondo il Cremlino, ci sarebbe lo zampino dei servizi segreti ucraini. A dirlo in modo chiaro è sempre la Petrenko, secondo cui “gli inquirenti stanno vagliando diverse ipotesi”, anche se quella che punta su Kiev “è la più probabile”.

Bomba contro il generale Sarvarov, Mosca accusa gli 007 ucraini

Un attentato che, secondo quanto riportano i media russi, avrebbe fatto infuriare Putin, che avrebbe già dato mandato all’esercito di “vendicare la morte di Sarvarov” e che, nelle segrete stanze del Cremlino, se la sarebbe presa anche con i servizi segreti russi, che – come già visto in episodi simili – avrebbero dimostrato “l’incapacità di proteggere gli alti ufficiali militari”.

Del resto il 56enne generale dello Stato maggiore e direttore del dipartimento di addestramento operativo delle forze armate, sebbene non fosse tra i nomi più in vista dell’entourage dello zar, era considerato un vero e proprio pezzo da novanta della Russia, tanto che le autorità ucraine lo avevano inserito nella lista dei “nemici” da abbattere ad ogni costo.

Che si tratti di un colpo al cuore del sistema di Putin lo si comprende dai media russi, che in queste ore ricordano la sua sfavillante carriera militare, culminata con la promozione a “generale di corpo d’armata”, conferitagli a maggio 2025 dal presidente russo in persona.

Botta e risposta tra Mosca e Kiev

Quel che è certo è che questo attentato, se trovasse conferma il sospetto di un coinvolgimento ucraino, sembra destinato a inasprire ulteriormente una guerra già segnata da ombre, operazioni clandestine e dall’apparente impossibilità di trovare una soluzione diplomatica.

Non sembra un caso che l’attacco arrivi proprio dopo gli incontri di Miami, negli Stati Uniti, tra la delegazione russa guidata dall’inviato Kirill Dmitriev e quella statunitense rappresentata da Steve Witkoff e Jared Kushner, per discutere l’exit strategy dal conflitto.

Un faccia a faccia che, per Dmitriev, è stato “costruttivo”, grazie alla ritrovata sintonia tra Donald Trump e Putin, ma che richiederà ancora del tempo per portare a una qualche forma di accordo.

Difficile parlare di svolta, perché la Russia – come accade dall’inizio del conflitto – a parole si dice “pronta a raggiungere un accordo di pace”, salvo poi chiudere le porte, come fatto ancora ieri da Dmitriev, a ogni tipo di incontro diretto con la delegazione ucraina, che a conti fatti è quella che dovrà materialmente accettare la fine delle ostilità.

Insomma, tutto lascia pensare che il Cremlino non stia facendo granché per chiudere la guerra, soprattutto perché di giorno in giorno crescono le difficoltà dell’esercito ucraino, che appare sul punto di collassare.

Zelensky insiste: “Serve una tregua”. Ma Putin non ci sta

Ma se la Russia prende tempo per guadagnare quanto più territorio possibile, neanche l’Ucraina sta facendo molto per chiudere il conflitto. A confermarlo è la posizione di Volodymyr Zelensky che, in un’intervista ai media occidentali, ha ribadito che l’unica soluzione praticabile, al momento, “è il congelamento della linea del fronte”, per dare avvio a “un cessate il fuoco immediato” da usare per svolgere “negoziati credibili”.

Il leader di Kiev, sempre più rassegnato, apre a quello che definisce “un compromesso doloroso”, con “i russi che resterebbero nelle parti temporaneamente occupate del Donbass”, mentre le truppe ucraina permarrebbero in quelle ancora “libere”.

Il problema è che la proposta di Zelensky appare come l’ennesimo tentativo sterile di mostrarsi aperto a una soluzione diplomatica, che a conti fatti è irrealizzabile perché già bocciata da Mosca, che pretende il ritiro totale delle truppe ucraina dall’intero Donbass e non vuole saperne di un cessate il fuoco, perché – a detta di Putin & Co – si punta a “una pace duratura”.

Macron apre a Putin e spacca in due l’Unione europea

Ma in queste ore a far rumore è anche la posizione dell’Unione europea che appare sempre più frammentata. Il presidente della Francia Emmanuel Macron, dopo mesi di posizioni muscolari e intransigenti verso la Russia, a sorpresa ha aperto a riallacciare i rapporti con Putin per cercare una difficile mediazione che ponga fine al conflitto. Una mossa che è stata accolta con freddezza da gran parte delle cancellerie europee,

“Restiamo in coordinamento con i singoli Paesi membri sui loro eventuali contatti bilaterali” con la Russia “per una pace giusta e duratura” e “accogliamo gli sforzi per la pace”. Lo ha detto un portavoce della Commissione europea in merito alla possibilità di un colloquio tra Emmanuel Macron e Vladimir Putin. “Non speculiamo su chi potrebbe mai rappresentare l’Ue in futuri, ipotetici, sforzi di pace. Il percorso di pace non è lineare, ogni sforzo per arrivare ad una pace duratura è il benvenuto”, ha quindi sottolineato il portavoce rispondendo a chi gli chiede se l’Ue si stia preparando a scegliere chi la rappresenterà in eventuali con colloqui con il Cremlino.