L’ultima follia di Bruxelles. Premia la tv vicina ai terroristi. L’emittente legata a Hezbollah selezionata in Italia. Mentre Usa, Francia e Germania la oscurano

Premio giornalistico al direttore di un media televisivo affiliata ad Hezbollah

A voler essere buoni, si tratta di una clamorosa gaffe. Quel che è certo è che uno dei premi più ambiti nel giornalismo internazionale, tanto da meritarsi il patrocinio della Commissione europea, sia finito a Ibrahim Farhat. Pochi, probabilmente, sanno di chi stiamo parlando. Farhat è il direttore dell’emittente televisiva Al Manar, considerata dal dipartimento di Stato degli Usa “entità terroristica globale” e, non a caso, oscurata anche in mezza Europa. Il paradosso dei paradossi: le massime istituzioni europee hanno concesso il patrocinio a un premio andato a una Tv vicina al terrorismo.

BELLA INIZIATIVA – Ma partiamo da principio. A metà settembre si è tenuta la cerimonia conclusiva del “Premio internazionale giornalistico e letterario Marzani”, giunto alla sua undicesima edizione. Evento importante, come d’altronde rivelano i patrocini, a cominciare da quello altisonante della Commissione europea, senza dimenticare però altri nomi ingombranti: università del Sannio, Camera dei Deputati e, per concludere, il ministero degli Esteri. Nessuna di queste istituzioni però – come ha denunciato il senatore Lucio Malan in un’interrogazione – pare abbia proferito parola sul nome dei vincitori. Tra le altre cose, peraltro, Al Manar risulta affiliata a Hezbollah, ritenuta vera e propria organizzazione terroristica in Paesi come gli Stati Uniti, il Canada e la Francia.

Non solo. Come ricorda Malan, “la cosiddetta ala militare di Hezbollah è considerata organizzazione terroristica anche da Australia, Regno Unito ed Unione europea”. Ed è qui che sorge il paradosso dei paradossi: se da una parte, visti questi legami, Al Manar è stata oscurata in mezza Europa (dalla Francia alla Germania ai Paesi Bassi) e condannata dallo stesso Europarlamento, dall’altra la Commissione presieduta da Jean-Claude Juncker ha concesso il bollino all’evento di premiazione giornalistica.

L’ALTRO VINCITORE – Ma non è tutto. Come denuncia ancora il senatore Malan, Al Manar non solo “fiancheggia costantemente Hezbollah”, ma è “molto attiva nell’incitamento all’odio contro gli ebrei, Israele e gli Usa”. Per dire: tra le fiction promosse dall’emittente ce n’è una in cui il “governo ebraico segreto” aiuta Hitler a massacrare i propri correligionari “allo scopo di indurne altri a migrare in terra d’Israele”. Senza dimenticare i cartoni animati, come quelli in cui “si invitano i bambini ad uccidere gli israeliani diventando ‘martiri per Gerusalemme’”. Finita qui? Certo che no. Durante l’evento che si è tenuto a Benevento, prosegue nell’atto il senatore Malan, è stato premiato anche Ibrahim Masoumi Nejad, “inviato iraniano della televisione di Stato dell’Iran, arrestato due volte in Italia, sospettato di inviare in Iran materiale dual use”.

IN ATTESA DI RISPOSTA – Un cortocircuito clamoroso. Aggravato dal fatto che i nomi dei vincitori sono stati resi pubblici a fine agosto, 15 giorni prima della premiazione. Da qui la domanda di Malan: perché nessuno è intervenuto, nonostante l’esigenza di combattere il terrorismo, in tutte le sue forme e affiliazioni? Vedremo quale sarà la risposta, prevista per domani mercoledì 21 novembre, del ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, cui Malan ha rivolto l’interrogazione in commissione a Palazzo Madama. “Mi auguro che le istituzioni ritirino il patrocinio – spiega il senatore, ascoltato da La Notizia – dato che presumo che l’anno prossimo l’organizzazione richiederà gli stessi patrocini. Voglio sperare che non vengano concessi. Altrimenti dovremmo immaginare anche un premio alla memoria di Bin Laden”.