Un cavillo salva la Nuvola di Fuksas. La Corte dei Conti aveva scovato 3,5 milioni di sprechi. Ma la competenza a decidere è del tribunale civile

Tutto come previsto. Grazie a un cavillo l’archistar Massimiliano Fuksas e cinque manager e consiglieri di Eur spa sono salvi. Dopo il pronunciamento delle sezioni unite della Corte di Cassazione a settembre, che hanno ritenuto la società che gestisce il patrimonio immobiliare dell’Eur un’azienda privata, la Corte dei Conti non ha potuto ora far altro che mandare al macero il processo sulle parcelle d’oro per la Nuvola, riconoscendo il difetto di giurisdizione. Per cercare di recuperare i 3 milioni e mezzo di sprechi su cui hanno indagato gli inquirenti contabili sarà necessaria una causa davanti al Tribunale civile, ma l’azione è affidata alla stessa Eur spa e la strada appare tutta in salita.

La Corte dei Conti aveva contestato a Fuksas e a cinque ex presidenti, amministratori delegati e consiglieri della spa dell’Eur un danno erariale superiore ai 3,5 milioni, relativo all’attribuzione di vari incarichi professionali all’architetto che ha progettato il Nuovo centro congressi. In particolare era stato contestato il pagamento per la direzione artistica dell’opera, considerando tale attività già compresa nei precedenti incarichi. Per la Nuvola, inaugurata nel 2016 dopo 18 anni di calvario, per cui inizialmente era stato previsto un investimento di 200 milioni lievitato poi a 353, senza contare i contenziosi ancora aperti, gli inquirenti avevano battuto su una “duplicazione di attività e dunque di corrispettivi a carico delle pubbliche finanze”.

Denaro che era stato chiamato a risarcire per il 50% lo stesso Fuksas. La Cassazione, nonostante Eur spa sia per il 90% del Mef e per il resto di Roma Capitale, a settembre ha però ritenuto che non fosse competente a decidere la Corte dei Conti, non trattandosi di una società pubblica, considerando che svolge attività commerciale e non amministrativa. I giudici contabili non hanno così ora potuto far altro che dichiarare il difetto di giurisdizione. Se ne riparlerà davanti al Tribunale ordinario.

Ma i portafogli dell’archistar e dei manager intanto sono al sicuro. Il giorno dell’inaugurazione del centro congressi, rispondendo alle critiche della sindaca Virginia Raggi sugli sprechi, l’archistar dichiarò: “In realtà abbiamo risparmiato. In Italia non si parla di altro che di costi, non di cultura e di arte”. Poi sarà la stessa Corte dei Conti a specificare che sono stati proprio quei costi a mandare in crisi Eur spa. E la speranza di recuperare qualcosa con il processo disposto dalla magistratura contabile ora è pure svanita.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Il giudizio dinanzi alla Corte dei Conti promosso dalla Procura Regionale nei confronti di alcuni ex amministratori di Eur S.p.A. e dell’Arch. Massimiliano Fuksas è stato definito con sentenza n. 27 dello scorso 21 gennaio, che ha preso atto della pronuncia delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione ed ha confermato che non vi è giurisdizione della magistratura contabile.
Gli Avvocati Alfonsina De Rosa ed Antonio Costa, che hanno assistito l’Arch. Massimiliano Fuksas in tutta la vicenda giudiziaria, a fronte di notizie di stampa del tutto fuorvianti e parziali, precisano quanto segue:
– le ragioni che hanno determinato la Corte di Cassazione ad escludere la giurisdizione della Corte dei Conti nei confronti dell’Architetto sono diverse ed ulteriori rispetto a quelle comuni agli ex amministratori di Eur S.p.A.;
– l’ Arch. Massimiliano Fuksas non poteva essere giudicato dalla Corte dei Conti in quanto soggetto estraneo alla pubblica amministrazione che si è semplicemente limitato ad accettare una proposta contrattuale nel pieno e legittimo esercizio dei suoi diritti di professionista.
Peraltro il Tribunale Civile di Roma – Sezione Specializzata in materia di Impresa, con sentenza n. 17754 del 18.9.2019, passata in giudicato, nel giudizio tra il progettista e la Committente Eur S.p.A. ha affermato che l’interesse ad assicurare la conformità dell’opera ai valori artistici in essa espressi è meritevole di tutela e che il contratto di direzione artistica è pienamente valido.
Pertanto non sarà più possibile per Eur S.p.A. promuovere un nuovo giudizio nei confronti dell’Architetto, che si è è limitato ad accettare una proposta contrattuale ed ha svolto una attività, di assoluto rilievo, in quanto ha assicurato la conformità della realizzazione dell’opera ai valori artistici dell’idea progettuale.
Nel caso di specie è da sottolineare che, considerato il tempo trascorso, per vicende estranee all’Architetto, tra la progettazione della Nuvola e la sua realizzazione, la Direzione Artistica era quantomai opportuna e necessaria.
All’esito della vicenda giudiziale che conferma, ove c’è ne fosse bisogno, la piena legittimità dell’operato dell’Arch. Fuksas rimane un’opera di inestimabile valore artistico, tra le più emblematiche dell’architettura contemporanea, che suscita ammirazione universale e che considerato il pieno sfruttamento economico in corso è un volano per l’economia della Capitale.
Roma li 24 gennaio 2020
(F.to Ufficio Stampa Studio Fuksas)

In realtà la Corte dei Conti il 21 gennaio scorso ha ordinato a Eur spa di procedere in sede civile, ritenendo che vi sia stato un danno per la società. La sentenza già ottenuta dall’architetto Fuksas proprio in sede civile sembra invece precludere anche tale strada. Sulla Nuvola, sicuramente di indubbio valore artistico, restano così a pesare una serie di sperperi su cui proprio la Corte dei Conti ha puntato più volte il dito analizzando i bilanci di Eur spa.
Clemente Pistilli