L’ultimo schiaffo all’Italia arriva dal rapporto del Censis sulla situazione sociale del Paese. Emerge un’Italia dove ci sono tante diseguaglianza, meno integrazione e un ceto medio corroso. Non c’è che dire. Secondo il Censis “L’Italia ha fatto della coesione sociale un valore e si è spesso ritenuto indenne dai rischi delle banlieue parigine, ma le problematicità ormai incancrenite di alcune zone urbane non possono essere ridotte ad una semplice eccezione”. E ancora continua il rapporto, da cui non usciamo certo facendo una bella figura: “L’Italia è un Paese dal capitale umano inagito” e dissipato in cui conta quasi 8 milioni di individui non utilizzati: 3 milioni di disoccupati, 1,8 mln di inattivi e 3 milioni di persone che, pur non cercando attivamente un impiego, sarebbero disponibili a lavorare”. I dati della crisi, inoltre, avrebbero reso gli italaini vulnerabili. Il 60% ritiene che chiunque possa ormai finire in povertà e per questa ragione la reazione è “attendismo cinico”, per cui non si investe e non si consuma, il contante è considerato una tutela necessaria e prevale la filosofia del “bado solo a me stesso”. Se si pensa alla situazione dei giovani la situazione è ancora più drammatica. A 2,4 milioni di essi serve l’aiuto dei genitori, dei 4,7 milioni di giovani che vivono per conto proprio, oltre un milione non riesce ad arrivare a fine mese. Sono 2,4 milioni quelli che ricevono “regolarmente o di tanto in tanto” un aiuto economico dei propri genitori.
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