Un sit-in all’ambasciata russa. Il Pd cade nel ridicolo per rispondere a Conte

Giovedì pomeriggio ci sarà a Roma il sit-in davanti all'ambasciata russa a cui aderirà anche il Partito democratico.

Sembra quasi uno scherzo eppure a leggere Repubblica il Pd di Enrico Letta avrebbe battuto sul tempo il Movimento cinque stelle di Giuseppe Conte sul campo del pacifismo. Facciamo finta di nulla su tutte le ultime posizioni prese in casa dem, lasciamo perdere le tante dichiarazioni accorate di supporto alla politica militare di Mario Draghi. Mettiamo da parte tutto questo.

Giovedì pomeriggio ci sarà a Roma un sit-in davanti all’ambasciata russa a cui aderirà anche il Partito democratico

L’illuminazione sulla via di Damasco a Letta e sodali sarebbe arrivata in questi giorni: il segretario del Pd Enrico Letta sta infatti organizzando la partecipazione del partito al sit-in davanti all’ambasciata russa in calendario per domani, giovedì pomeriggio, subito dopo la prima riunione del nuovo parlamento. Dal Nazareno confermano che lo stesso segretario sarà presente.

L’appuntamento è stato organizzato da un insieme di sigle che include Base Italia di Marco Bentivogli, LiberiOltre, il comitato Giovani per l’Ucraina e vede l’adesione di personalità varie, tra le quali Luigi Manconi, il professor Leonardo Becchetti e lo scrittore Sandro Veronesi. Per carità: è sempre positiva una manifestazione a sostegno della fine del conflitto.

Suona sicuramente, però, come pretestuosa l’iniziativa dato che ben prima di Letta Giuseppe Conte ha lanciato e promosso un’ampia manifestazione a sostegno della pace. E Letta ci andrà? Poco probabile dalle sue parole pronunciate ieri: “Noi partecipiamo a tutte le iniziative che vogliono ribadire la necessità della pace e ovviamente a tutte quelle in cui viene dato il segnale del fatto che c’è una responsabilità chiara da parte della Russia”, ha detto riguardo alla manifestazione davanti all’ambasciata russa a cui parteciperà giovedì.

“Il nostro è un messaggio di pace a questa come a tutte le altre manifestazioni che sono organizzate, perché vogliamo essere dovunque si chiede che cessi il conflitto e che vinca la pace”, ha sottolineato ancora a margine della cerimonia di premiazione a Josep Borrell alla Fondacion Carlos de Amberes a Madrid. Una posizione chiara, quella del segretario del Pd, quasi a voler sottolineare che sì agli eventi pacifisti, ma non a quelli dove non ci sarebbe una chiara espressione della responsabilità russa.

Un evidente messaggio sottotraccia inviata all’ex alleato Conte. A rincarare la dose, peraltro, è stato anche Brando Benifei, capogruppo Pd all’Europarlamento: “Vogliamo la pace ma una pace giusta e per questo il Pd si batte e saremo, e sarò anch’io stesso, davanti all’ambasciata russa a Roma questo giovedì alla manifestazione”, ha detto parlando con l’Ansa.

Fin qui tutto giusto, se non fosse per la polemica che è scoppiata in Ue e che ha visto protagonista proprio il Pd che si è spaccato sulla risoluzione sull’escalation russa alla guerra: “Il Pd non ha mai avuto dubbi. Si è trattata una polemica in un bicchier d’acqua frutto di una strumentalizzazione politica da parte di alcuni giornali”, ha proseguito Benifei.

“Il nostro partito ha votato compattamente a favore di una risoluzione che chiede un aumento dello sforzo diplomatico per la pace e un prosieguo dell’aiuto militare al Ucraina in un momento in cui non ci non ci deve essere spazio per nessuna ambiguità”, ha concluso l’eurodeputato.

Ambiguità, però, restano comunque in casa dem. Sarà certamente curioso capire cosa faranno i vari parlamentari dem quando M5S e tante associazioni scenderanno in piazza per manifestare a favore della pace. All’iniziativa hanno aderito infatti anche Sinistra italiana, Unione popolare, Rifondazione comunista e alcuni esponenti del Pd – da Laura Boldrini a Marina Sereni a Peppe Provenzano, fino al ministro Andrea Orlando – hanno lanciato segnali di apertura, anche se l’iniziativa è pensata per essere “apolitica e senza bandiere di partito”, basata fondamentalmente sulle parole di Papa Francesco.

Chissà se anche Letta la pensa così e si lascerà trasportare dall’iniziativa che non ha colore politico, oppure preferirà concedersi un’uscita pubblica soltanto per il sit-in davanti all’ambasciata russa. Col rischio flop (l’ennesimo) dietro le spalle.

Stop alla guerra in Ucraina, il corteo M5S a Roma il 12 o il 19 novembre

Una risposta secca ed eloquente che non lascia spazio ad altre interpretazioni: “Qualsiasi manifestazione per la pace è benvenuta. Sta dicendo la manifestazione del Pd? No, adesso ce n’è una nazionale aperta a tutti senza cappelli”. Parola di Giuseppe Conte. Un modo, certamente elegante, per chiudere alla possibilità che il Movimento – come peraltro anche altri partiti – partecipi all’iniziativa del Pd. Per varie ragioni.

Innanzitutto è difficile non cogliere il fare pretestuoso dei democratici che evidentemente hanno organizzato una manifestazione “copia” dell’originale. In secondo luogo, non meno importante, non si può non ricordare che quella promossa da Conte è un’iniziativa apartitica tanto che lo stesso Movimento ha invitato anche esponenti di centrodestra potenzialmente a partecipare. Nessun cappello, dunque, a differenza invece del timbro Pd messo sul sit-in che si terrà domani davanti all’ambasciata russa.

I preparativi intanto, al di là delle polemiche, vanno avanti. La manifestazione per la pace promossa dalla sigla Europe for peace, di cui ha parlato anche come detto il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte per chiedere che l’Italia si faccia promotrice di una conferenza internazionale di pace in Ucraina e per l’immediato cessate il fuoco dovrebbe svolgersi a metà novembre, presumibilmente il 12 o il 19 del mese. Almeno è questo l’orientamento emerso dagli incontri che si stanno svolgendo in queste ore tra i rappresentanti del mondo dell’associazionismo a cui hanno partecipato, tra gli altri, Acli, Anpi e Arci.

La città deputata ad ospitare il corteo è Roma. Un concetto chiaro, ribadito ieri ancora una volta da Conte: “Parteciperemo alla grande manifestazione nazionale per la pace, che è in corso di preparazione. Vi prenderemo parte senza bandiere. Non vogliamo mettere nessun cappello politico rispetto a quella che auspichiamo come un’occasione, per tutti i cittadini, di manifestare la propria preoccupazione per questa escalation militare e per invocare una svolta in direzione di un negoziato di pace e la preparazione di una grande conferenza sulla sicurezza sotto l’egida delle Nazioni Unite e con la partecipazione della Santa Sede” ha ribadito il leader M5s parlando ai parlamentari eletti riuniti in assemblea.

Al di là dell’impegno affinché non sia una manifestazione “partitica”, il peso specifico dell’iniziativa e della promozione di Conte non è di secondaria importanza: il Movimento ha ormai preso il passo del pacifismo e questo l’ex premier lo sa bene. Non a caso, fermandosi a parlare davanti a Montecitorio con i cronisti, Conte è tornato sul tema nel dettaglio del conflitto ucraino: “Per mettere fine al conflitto in Ucraina serve una conferenza internazionale sulla sicurezza”, ha proposto ora il presidente del Movimento cinque stelle.