di Clemente Pistilli
Chi fa il fannullone alla Pisana verrà multato. Dopo la legge varata a fine giugno per ridurre i costi della politica, la Regione Lazio ha stabilito di sanzionare i consiglieri che disertano le sedute consiliari. Un provvedimento varato dall’ufficio di presidenza, che appare però più uno spot sulla moralizzazione che un sistema efficace per evitare sprechi e garantire un lavoro serio da parte degli eletti. Gli assenti ingiustificati verranno infatti puniti con una detrazione di duecento euro dalla retribuzione, che al lordo si attesta sugli undicimila euro mensili, a cui vanno aggiunti benefit e rimborsi dai gruppi consiliari. In pratica a chi non lavora vengono tolti gli spiccioli per il caffè.
Da Fiorito a Zingaretti
Le Procure italiane sono ormai impegnate in molteplici indagini sulle spese dei gruppi consiliari e, tanto sul fronte penale quanto su quello contabile, accuse e indagini si stanno moltiplicando. A far esplodere lo scandalo è stato però lo scorso anno il “Batman di Anagni”, al secolo Franco Fiorito, l’uomo che aveva la cassa del Pdl della Regione Lazio e che a causa delle spese pazze ha portato al crollo della giunta presieduta da Renata Polverini. Non a caso proprio in tale regione le nuove elezioni si sono svolte all’insegna di una campagna moralizzatrice, evitando di ricandidare quanti avevano fatto parte della precedente legislatura. Tante le promesse fatte dal presidente Nicola Zingaretti e altrettanti gli annunci su risparmi per le casse pubbliche e maggiori servizi ai cittadini. Iniziative culminate nella legge numero 4 del 28 giugno scorso, quella con cui la Pisana si è allineata a quanto stabilito dal Governo Monti con la legge del dicembre 212 sulla riduzione dei costi della politica. Stabilito che i rappresentanti delle istituzioni dovevano tirare la cinghia, razionalizzare, controllare e rendere trasparenti le spese, l’organizzazione degli uffici e dei servizi, alla Pisana si sono messi al lavoro e con la norma approvata hanno assicurato di aver rispettato i patti: retribuzione massima per consiglieri e assessori pari a 11.100 euro lordi e di 13.800 euro per i presidenti della Regione e del consiglio regionale.
Sanzioni ai fannulloni
Alla luce di quanto previsto con la legge di giugno, l’ufficio di presidenza ha ora varato una delibera relativa alle sanzioni per i consiglieri che si assentano dai lavori dell’aula. Il presidente del consiglio regionale, Daniele Leodori, esponente del Pd, ex sindaco di Zagarolo ed ex consigliere della Provincia di Roma, ha fissato le regole. Giustificate soltanto le assenze per malattia, se i politici presentano entro tre giorni regolare certificato medico, per missioni o per incarichi politico-istituzionali. I consiglieri sono tenuti a firmare il registro delle presenze e per chi diserterà i lavori in aula verrà comminata, dopo la prima assenza, una sanzione di 200 euro, che verranno decurtati dal rimborso per l’esercizio di mandato. Stessa regola per Zingaretti e per gli assessori.
Lo stipendio non si tocca
Le sanzioni previste non sembrano però destinate a creare grandi preoccupazioni ai politici che, anziché lavorare in Consiglio, dovessero decidere di fare i fannulloni e marinare le sedute consiliari. L’indennità di carica prevista per i consiglieri è di 7.600 euro mensili e non si tocca. Le multe andranno a incidere sui 3.500 euro mensili di mandato. Intoccabili anche i 2.700 euro al mese di indennità di funzione di Zingaretti e Leodori. Ai consiglieri spettano inoltre vari benefit e i rimborsi per le spese di missione, oltre che le somme messe a disposizione dei gruppi consiliari, con cui possono pagarsi collaboratori e iniziative sul territorio, praticamente incontri conviviali e quanto altro possa garantire al consigliere di turno il mantenimento del suo bacino elettorale. Davanti a stipendi di quel tipo forse più di qualcuno potrà anche permettersi, senza troppi problemi, di incassare le somme a lui riservate e pagare la multa se, anziché lavorare, decidesse di restare a casa a guardare la tv.