Le Lettere

Un tè da Kim Jong-un

Putin andrà in Corea del Nord per una visita a Kim Jong-un. Parleranno di armi, suppongo, ma intanto il Paese muore di fame.
Elisa Porrini
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Gentile lettrice, quando si parla di Corea del Nord, non dia nulla per scontato, perché nessuno ne sa un’acca, come ho avuto occasione di scrivere più volte. A sentire gli “esperti” sudcoreani o americani, Kim muore un paio di volte l’anno. Però nessuno sa quanti figli abbia né se sua sorella sia sposata e con chi. Pertanto, quando sento che il Paese è nella morsa di una carestia che semina “milioni di morti”, mi chiedo se sia la verità o la solita balla della propaganda. Di certo c’è che è una dittatura ferrea con culto della personalità. Ma per tutto il resto credo sia il Paese più diffamato del mondo. L’altro giorno leggevo il diario di una blogger russa, una ragazza di 19 anni che è andata una settimana a sciare in Corea del Nord. Ora, immagino l’abbiano trattata coi guanti bianchi e le abbiano risparmiato la vista di miserie e brutture, che sicuramente ci sono, come in qualunque Paese. Però la ragazza ha osservato con occhio acuto e ha pubblicato le sue fotografie. In sintesi, descrive i luoghi che ha visitato come piacevoli e ben organizzati, e la gente serena e molto ospitale. L’albergo in cui ha soggiornato è spartano ma pulito e ben attrezzato: una stanza con letto doppio, scrivania e televisore; il bagno con saponi e shampoo. I ristoranti hanno “cibi squisiti” e grande varietà di “tè deliziosi”. Sa una cosa? Tra gli “esperti” che errano sempre o fanno propaganda, e una ragazza che guarda con candore e senza pregiudizi, mi fido di più della seconda.

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